Una vittoria,  un pareggio e una sconfitta: questo l’andamento della Roma dopo tre turni giocati. Poco, troppo poco, per le ambizioni di una squadra come quella giallorossa.

La caccia al colpevole è cominciata già dopo il rocambolesco 3-3 dell’Olimpico contro la Dea e se in quell’occasione gli “accusatori” si dividevano tra responsabilità dei giocatori, della società (e in particolar modo del ds) e dell’allenatore.
A seguito del match contro il Milan, sembra che la terza opzione sia divenuta la più gettonata tra le vie romane.

foto: Sport Face

Manca gioco

Quello che alla gran parte della tifoseria non va giù è la scelta di modulo: anche a San Siro contro i rossoneri, il tanto sperato 4-2-3-1 non è stato preferito dal primo minuto. Poi vengono recriminati al mister i cambi, troppo tardivi e alle volte -sempre secondo i tanti- sbagliati.

Un altro aspetto che non si riesce ad accettare è il via libera alla cessione dei tre big.  La rilevanza del tecnico, in questo, è certamente marginale, considerando come i conti in tasca alla società non li possa certamente far lui ma, nella convinzione generale, un allenatore ha sempre (o almeno dovrebbe) l’ultima parola anche in tema di calciomercato.

ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Mentre le voci sul suo allontanamento continuano quindi a susseguirsi nell’aria della Capitale, Di Francesco non si fa scalfire e dopo due giorni di riposo e con solo i giocatori disponibili perchè non convocati dalle rispettive Nazionali, è tornato prontamente al lavoro.

Insonorizzazione

D’altronde che sia un professionista lo ha più volte dimostrato.
L’ ultima pochi giorni fa quando, dopo essere stato operato ad una mano, è corso a Trigoria dopo poche ore per essere fisicamente presente all’allenamento dei suoi.

Il lavoro paga e si deve essere in grado di riuscire ad avere un grado di “insonorizzazione” rispetto alle tante chiacchiere che ti circondano.
Di Francesco lo sa bene, avendo vissuto la Roma da giocatore prima e da tecnico adesso.

EPA/PETER POWELL

Come l’anno scorso?

La scorsa stagione, subito dopo la sconfitta e l’uscita dalla Coppa Italia ad opera dei Granata, è cominciato un periodo buio per la formazione romanista, con tre sconfitte e tre pareggi ad accompagnare la squadra da fine dicembre a fine gennaio: la panchina era già stata -metaforicamente parlando- assegnata ad altro allenatore. Poi, però, tutti ricordano la semifinale di Champions League raggiunta ed il terzo posto in classifica, e pochi, pochissimi, rammentano “l’esonero Di Francesco”.

L’andamento della squadra fino ad ora è stato tutt’altro che positivo, il gioco a sprazzi inesistente, ma, alle volte è troppo facile puntare il dito contro un singolo quando lo sanno tutti che il calcio è un gioco di squadra.

Chiara Vernini