Svedese, classe 1990, Robin Olsen è arrivato a Roma caricandosi addosso un’eredità importante, quella dell’ex Alisson, e  con il  suo metro e novantotto, ha dimostrato di  essere all’altezza, non solo per i centimetri di statura.

La mancata partecipazione, prima dell’approdo in Serie A, in uno dei cinque campionati top europei aveva creato qualche perplessità sulla sua avventura in giallorosso, ma in Italia, i tifosi lo avevano conosciuto bene durante l’oramai celebre -negativamente per gli italiani- doppia sfida di qualificazione ai mondiali contro la sua Svezia.

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Quella Coppa del Mondo, giocata da Olsen e i suoi connazionali al posto dei nostrani, ha messo in luce il talento – ancora non del tutto sbocciato fino ad allora – del portiere, che si è reso protagonista con le sue parate nelle sfide affrontate dalla propria Nazionale anche contro big quali Germania e Messico.

Ad oggi, l’estremo difensore ha collezionato con la maglia del paese di appartenenza 25 presenze tra qualificazione mondiale, amichevoli, Nation League e Mondiale, subendo dieci gol, uscendo imbattuto dal rettangolo verde del campo in altrettanti incontri sportivi.

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La carriera di club inizia per lui con il Bunkeflo proprio in Svezia, dove non trova spazio in alcuna partita ufficiale, mentre nel periodo in cui viene ingaggiato dal Malmo inizia a collezionare presenze.
Dal 2012 al 2015 sarà utile alla causa dei suoi, tra prima e seconda squada, in 82 occasioni subendo 93 gol complessivi e rimanendo imbattute 33 volte.

Dopo una parentesi nella stagione successiva di 19 presenze con il PAOK Salonicco, inizia la sua esperieza ad oggi più fruttuosa, in termini di presenze: quella con il Copenaghen.
E’ qui che  gioca ben 100 partite in due stagioni, compresi match di Champions – 11 comprese le qualificaizoni- e sei in  Europa  League con 45 match tra campionati e coppe a porta illesa.

In totale ha in bacheca due Campionati di Svezia e una Supercoppa con il Malmo, due scudetti in Danimarca con relativa doppia vittoria nella Coppa insieme al Copenaghen.

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In forza alla formazione giallorossa da quest’annata, da qualche giorno in un’intervista, Olsen ha svelato i suoi due desideri in questa nuova avventura: sostituire  Alisson nei cuori giallorossi e vincere lo scudetto con la nuova maglia.

Se per il secondo c’è ancora da lavorare e pedalare, per il primo sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto. Le parate di Olsen hanno tenuto in vita, in più di una partita, la squadra e se ha iniziato questo viaggio calcistico in punta di piedi, pian piano si sta imponendo tra i pali, aiutato e appoggiato da compagni e tecnico che ha deciso di dargli fiducia nella massima serie ma anche in quella europea.
I gol finora subiti non sono pochi in campionato, 13, ma la responsabilità non è certamente da additare esclusivamente a lui.

Il tempo per migliorare c’è, e se altrettante reti sono state evitate è proprio grazie ai suoi guantoni e ai riflessi da numero uno.

 

Chiara Vernini