5 anni, 170 presenze e 63 reti segnate, Miroslav Klose dice ufficialmente addio alla Lazio e all’Italia ma non al calcio giocato. Domenica prossima disputerà contro la Fiorentina la sua ultima partita in biancoceleste; il contratto, in scadenza a fine stagione, non verrà rinnovato e la Lazio dovrà di certo correre ai ripari cercando di rimpiazzare al meglio il bomber ex Bayern Monaco. L’intento del tedesco, nostalgico di casa, è quello di tornare in patria e, come tanti connazionali si auspicano, finire la carriera in Bundesliga dove ha giocato per quasi tutta la sua carriera. Già salutata la nazionale lo stesso anno in cui ha baciato il cielo del Brasile diventando Campione del mondo dopo aver segnato 71 gol in 138 presenze, è giunta l’ora di salutare anche il bel paese e la città eterna concludendo una parentesi florida e degna del suo curriculum. Non ancora minimamente intenzionato ad appendere le scarpette al chiodo, Miro vorrebbe tornare in terra natia ma non mancano le offerte anche da oltreoceano sulle quali poserà lo sguardo, seppur fugace probabilmente. La nazionale tedesca vorrebbe addirittura affidargli una giovanile, ma Miro vuole ancora dare il suo contributo al calcio giocato seppur consapevole della forma meno smagliante rispetto ai tempi in cui militava al Bayern Monaco o al Wander Brema.
Dopo aver preannunciato il divorzio dalla Lazio resta comunque concentrato per la sua ultima sfida all’Olimpico contro la formazione di Paulo Sousa; proprio domenica, qualora dovesse segnare due gol, raggiungerebbe Goran Pandev per numero di gol segnati piazzandosi all’ottavo posto dei marcatori della Lazio. Non semplice come impresa ma Klose, avendo superato il Fenomeno in numero di gol segnati nella storia dei Mondiali di calcio, potrebbe stupire tutti e aggiungere un altro record alla collezione.
Il suo futuro non è ancora ufficializzato, il tedesco, infatti, aspetta domenica per annunciare e ufficializzare la sua prossima meta. Domenica sera la società ha organizzato il “Klose day” invitando tutti all’Olimpico nella speranza che possa finalmente riempirsi. Sui maxischermo verranno proiettate delle immagini in onore alla carriera in biancoceleste dell’attaccante e lunedì sera cena al solito ristorante di Cesano, ristorante spesso frequentato dai giocatori della Lazio, con amici, staff, squadra al completo, colleghi attuali ed ex per salutare in gran stile.
I saluti in Capitale non si concludono a Formello; a Trigoria, infatti, nonostante non sia stata ancora decretata la decisione finale, si teme in un ultimo bacio tra la “Lupa” e il suo ottavo Re. Dopo la conferenza nel post gara di domenica scorsa e la (non) risposta di Francesco Totti, l’addio del capitano sembrerebbe più probabile di quanto si temesse. “Totti è Roma” recitava uno striscione ma ad ogni impero che si rispetti e, questo i Romani dovrebbero saperlo, ne succede un altro e ogni era ha purtroppo il suo tramonto. Se davvero “Er Pupone” dovesse salutare la sua Roma si chiuderebbe un’epoca: quella delle bandiere storiche del panorama calcistico italiano. E a rigare i volti saranno le lacrime di migliaia di italiani non soltanto di romanisti. Per rendersi conto di quanto Totti sia una bandiera per il calcio italiano e mondiale basti pensare che il bomber dal cucchiaio perfetto, dagli occhi verdi e i capelli biondini, dalle mille barzellette e dagli scherzi e scherni, lo stesso Totti che ha fatto ridere e sognare migliaia di bambini è l’ultimo dei calciatori presenti nel gioco per console “Fifa 1996” ancora in attività.
Un presagio di un commovente commiato che potrebbe arrivare a giorni è l’omaggio dell’Olimpico di domenica scorsa durante la partita contro il Chievo all’ingresso in campo del capitano. Standing ovation: tutti in piedi ad applaudire la 600esima gara di quello che a Roma non è un semplice giocatore e capitano, ma un simbolo non solo calcistico.
Insomma, che sia su una sponda piuttosto che un’altra del Tevere, la capitale si tinge all’unisono su note di commozione.
Egle Patanè