Quando è arrivato in estate a Roma, Bryan Cristante ha pubblicato il primo post da giallorosso con una didascalia annessa alla foto che recitava:

                                         “M’hai fatto‘nnamorà”.

 

Adesso tocca a lui fare innamorare tutti quelli che ancora non sono del tutto convinti del centrocampista anche se, forse, dovrebbero fare un passo indietro ed fermarsi a riflettere prima di parlare.

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In undici partite di campionato giocate da Bryan a cui si vanno ad aggiungere 202′ in Champions League, le critiche indirizzate al classe ’95 non sono mancate, vuoi per l’andamento altalenante in alcune uscite della squadra intera, vuoi perchè in molti non ritrovavano il talento che si era messo in luce con l’Atalanta.  A queste due ipotesi se ne aggiunge una, non indifferente: additare come responsabili i nuovi arrivati per rimarcare un mercato non apprezzato dai tanti. Sembra essere un’ usanza di moda e tra questi, uno dei maggiori imputati  è proprio lui.

C’è un aspetto che alle volte si dimentica –  frutto anche della necessità per un club come la Roma di cominciare subito bene, per  non perdere la corsa verso le vette più alte della classifica – prima di vedersi presentare un conto troppo salato: l’adattamento. Nel caso specifico, poi, non si tratta  solamente di un passaggio da una piazza come Bergamo a quella come la Capitale (con i pro e i contro che ne derivano), ma anche e soprattutto un adeguamento al ruolo che in stagione Cristante è chiamato a ricoprire.

Da inizio stagione gli è stato richiesto da Mister Di Francesco sia di coprire la posizione da trequartista sia quella di mediano e, come affermato da lui stesso:

Mi trovo bene in entrambe le posizioni, quando si cambia tanto non è mai facile cominciare forte sin da subito”.

Da quando nelle ultime uscite è stato chiamato ad affiancare Nzonzi nei due davanti alla difesa, in alternativa all’infortunato capitano De Rossi, Bryan è tornato ad essere Cristante, nella fluidità di gioco e anche nella capacità di farsi vedere in fase offensiva, come nell’occasione del gol di domenica contro la Samp, assegnato a Juan Jesus per la deviazione finale ma arrivato per gran merito suo.

D’altronde i numeri collezionati nelle esperienze precedenti, Atalanta in ultimo, parlano per lui: in 56 presenze ufficiali in nerazzuro 15 reti e sei assist, numeri importanti considerando anche le parentesi con Milan, Pescara e Benfica per la sua giovane età.

Con la Roma lo score attualmente è di un gol e un assist vincente ma, oltre a voler riprendersi la Nazionale data la mancata convocazione di Mancini, Bryan è pronto a fare sua anche la Roma.

 

Chiara Vernini