Si dice che nel calcio sia il pubblico, nel bene e nel male, a fare la fortuna di una squadra.

Stasera il segnale è stato forte: prima le contestazioni all’arrivo del pullman della Roma all’Olimpico, poi, dopo il toccante omaggio a De Falchi, il pubblico fischia i giocatori durante la lettura delle formazioni, eccezione fatta per Zaniolo e De Rossi. Infine, dopo 15 minuti, si è vista la curva Sud, il fulcro del tifo giallorosso, svuotarsi miseramente mostrando un pesante disappunto.

I giocatori in campo accusano il colpo e per tutto il primo tempo rimangono attoniti e passivi ai colpi ed alle incursioni dei rossoneri: 4-3-3 per la formazione giallorossa, che durante la fase di gioco rientra spesso in superiorità numerica proprio in difesa, andando a schierare un atipico 5-3-2 che viene percepito dagli avversari come un segnale di resa.
Stesso modulo anche per Gattuso, che punta sulle verve di Kessie e Bakayoko che fluidificano a dovere il gioco a centrocampo.
Per i primi 45 minuti la Roma subisce, non basta il rientro di De Rossi a restituire sicurezza e, benché resista contenendo le punte milanesi, non regge da solo la squadra sulle spalle.

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In difesa Di Francesco schiera Karsdorp che mantiene nella sua fascia un certo ordine, fa buona guardia su Calhanoglu, costringendo il gioco del Milan ad un’azione più centrale con gli inserimenti di Paqueta, giusta spalla di un Piatek che sembra aver trasformato il Milan.
Nella ripresa si prende cura anche di Castllejo, lo soffre di più in velocità, ma le qualità del ragazzo migliorano sensibilmente: un tarlo ad oggi la sua mancata convocazione contro la Fiorentina.
A stupire nella formazione di stasera l’avanzamento di Florenzi, l’ennesimo esperimento che, fino a qualche tempo fa, avrebbe scosso per curiosità mentre ad oggi sembra un escamotage per tenerlo lontano dalla difesa, anche se i tempi d’oro in cui il giovane romano portava brio in qualunque ruolo sembrano tramontati. Poca, pochissima sostanza che vede la Roma giocare con il freno tirato, lasciare il braccio alla vivacità di Piatek, sostenuto da Calhanoglu e Suso, che si distinguono nel primo tempo per poi restare un po’ sul posto nella ripresa, quando la Roma cambia marcia e decide di creare difficoltà agli ospiti.

La Roma del primo tempo studia il Milan, un pressing poco realistico che serve solo per prendere tempo lasciando agli avversari la possibilità di studiare mosse e tattiche: buono il filtro Zaniolo/Pellegrini, meno imponente e risolutivo rispetto ai match del passato, ma efficace nel creare nervosismo sulla panchina di Gattuso, più Zaniolo che Pellegrini che soffre molto il match, tanto che nel gestire le manovre si fa sfuggire  Paqueta davvero dirompente, un assist per Piatek che risunta fatale per Olsen e compagni.
Il portiere svedese la prende malissimo, la difesa si offende e forse lo sguardo poco tenero del greco respinge le ulteriori apparizioni avversarie: una macchia – l’ennesima a dirla tutta – che sebbene veniale, non guarisce le ferite recenti. Due buone uscite di cui una pericolosissima, ma regge, almeno per stasera .
Qualche arcobaleno anche per Fazio, ma troppe nuvole ancora nel suo cielo ed è tutta sua la responsabilità sul gol di Piatek, in ritardo, in evidentissimo ritardo proprio sul polacco che a quanto pare farà le gioie del Milan.
Quarto posto che profuma di terzo, per le due avversarie che vedono una golosa occasione dopo la sconfitta dell’Inter.

A dare la scossa definitiva ai padroni di casa, il gol di Zaniolo ad inizio ripresa: fatale un’intervento di Musacchio che innesca la respinta di Donnarumma per evitare l’autogol, il giovane ’99 coglie l’attimo e spedisce in rete la palla dell’1-1.

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La partita cambia definitivamente volto e la Roma cerca lo sprint finale andando più volte vicina al raddoppio.
Buono l’appoggio di Schick che esce tra gli appalusi del pubblico rimasto sugli spalti.
Nel coplesso una prova incoraggiante, molti i cartellini gialli, alcuni al limite del rosso: grazia speciale per Kolarov che ricomincia a macinare chilometri sulla fascia, stanco, arrabbiato ma pur sempre un lottatore che recupera terreno proprio con l’ingresso in campo dell’ex El Shaarawy, che regala qualche chicca in più in un match tutto sommato equilibrato.
Sarà sempre il campo a dare il suo responso, stasera si è fatto un piccolo passo, le prossime uscite saranno decisive per la squadra e per il Mister.

Laura Tarani