Con il clima impazzito degli ultimi anni sono sempre più frequenti le cosiddette “bombe d’acqua”

Come quella che si è abbattuta sabato sera sullo stadio Ferraris di Genova mentre era in corso la partita Genoa-Napoli.
La partita è stata sospesa al 13’ del secondo tempo per poi ricominciare dopo 15 minuti in un campo reso impraticabile dalla pioggia. C’erano zone del rettangolo verde completamente allagate, il pallone faceva fatica a rotolare e a rimbalzare e questo ha condizionato la partita, perché i giocatori hanno preferito il gioco aereo per evitare la che il pallone toccasse il terreno.

Qualche settimana fa anche la partita tra Lazio e Inter è stata condizionata dal maltempo perché un violento acquazzone si è abbattuto su Roma qualche ora prima della partita, ma la sfida si è giocata ugualmente.
In quel caso la Procura ha dato il via libera dopo una serie di riunioni e a risentirne sono stati soprattutto i tifosi che hanno avuto difficoltà a raggiungere l’Olimpico.

immagine: machenesanno.it

In passato uno scudetto è stato viziato dal maltempo. Quello dell’anno 1999/2000 vinto dalla Lazio, che nell’ultima giornata ha superato la Juventus nel frattempo sconfitta a Perugia in un campo impraticabile, a causa della pioggia battente.

Anche oltre oceano questo fine settimana hanno avuto problemi con la pioggia. Sabato sera era prevista la finale di andata del superclasico della Copa Libertadores tra Boca Juniors e River Plate, ma le abbondanti piogge hanno allagato la Bombonera costringendo la Conmebol a rinviare la partita di 24 ore che si è giocata ieri sera ed è finita con un pareggio 2-2.

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In molti casi spetta al direttore di gara decidere se giocare o meno la partita.

La scelta non è facile perché ormai i calendari calcistici sono densi di impegni anche durante la settimana e giocare una partita a distanza di mesi può essere controproducente per alcune squadre. In tutto questo ci sono anche i tifosi che, in caso di rinvio, potrebbero avere problemi a tornare allo stadio in un altro giorno, soprattutto in caso di trasferte.

 

Gisella Santoro