L’Italia ai Mondiali di calcio ci va, come ben sappiamo, con la Nazionale Femminile.
Orgoglio italiano e portabandiera dell’antidiscriminazione sportiva che si raggiunge anche con impegno, costanza e risultati concreti.

Peccato che l’attivissimo profilo della Lega Nazionale Dilettanti, organismo da cui dipende il settore femminile, non abbia dedicato alla notizia della qualificazione mondiale neppure una menzione o un’immagine rappresentativa di queste donne emblema dello sport (e in questo caso del calcio) nazionale del Bel Paese.

In compenso immagini di donne legate in quale modo al calcio non mancano: nella pagina Facebook, la galleria fotografica della Serie A del Beach Soccer, è nutrita soprattutto di un altro tipo di talento, quello delle bellissime ragazze in bikini che intrattengono il pubblico durante le gare con coreografie sulla sabbia.

Senza falsi moralismi, viene da chiedersi però, in anni in cui ci si batte per supportare il calcio femminile, prevenendo ed arginando le discriminazioni e cercando di veicolarlo come sport considerato al pari livello di quello maschile, come ci si possa “dimenticare” di dare notizia dei risultati eclatanti delle nostre atlete.
(Tra l’altro atlete che dovrebbero essere motivo di orgoglio anche per la Lega stessa).

La revisione di mentalità necessaria per riqualificare il calcio femminile e non disattendere più i diritti delle sportive considerate ancora delle dilettanti, deve partire proprio dagli enti preposti alla loro tutela; quando questo non avviene ci si domanda, senza trovare risposta, quale sia il motivo.

Silvia Sanmory