Era da tempo che attendevamo che qualcosa si muovesse non solo nei confronti delle calciatrici ma di tutte le donne atlete penalizzate da una legge che rimanda alle singole federazioni la decisione o meno del riconoscimento professionistico.

Donne italiane, dilettanti per legge

L’ormai evidente seguito che sta suscitando il calcio femminile sembra abbia dato eco a un problema tutto italiano e, dopo tante parole, soprattutto in seguito al Mondiale, il mondo della politica si è finalmente attivato. 

Alla Legge di Bilancio 2020 è, infatti, stato presentato un emendamento firmato dalla Pentastellata Susy Matrisciano e dal senatore Pd Tommaso Nannicini che prevede un incentivo per le società che “stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo”, con un’estensione della legge 91 sul professionismo anche alle donne.

Si tratta del versamento, per tre anni, del 100% dei contributi previdenziali e assistenziali (entro il limite massimo di 8mila euro su base annua).

Il testo prevede uno stanziamento di 20 milioni per i prossimi tre anni.
Le cifre stanziate sono di 4 milioni per il 2020, 8 per il 2021 e per il 2022 e non riguardano solo il mondo del calcio ma anche il basket, la pallavolo e il rugby.

Insomma, niente scuse per club e federazioni che in passato hanno sempre fatto appello alle difficoltà di sostenibilità.

L’iniziativa gode dell’appoggio dell’Associazione Italiana Calciatori, adesso non resta che attendere l’effettivo appoggio dell’esecutivo.