17 agosto 2018,
ore 9.00

L’Italia si prepara all’esordio di CR7 e i tifosi trepidano per vedergli calciare il primo vero pallone in maglia bianconera, il mercato sta per chiudere, meno di una manciata d’ore e finalmente le lancette segneranno la fine di quello che a onor di merchandising è stato il migliore della storia bianconera. C’è chi spera ancora in un colpo in entrata last minute magari a centrocampo lì dove manca qualcosa e lì dove qualche rinforzo sembrava necessario ma il mercato della Juve è finito già da un pezzo.

Cristiano Ronaldo ha zittito tutti e se i prezzi degli abbonamenti il 28 giugno facevano infuriare, il primo luglio quei seicento euro per la curva hanno iniziato a fare meno male al punto da andare quasi in sold out. CR7 –  d’altronde come non essere d’accordo –  concilia proprio tutti persino Bonucci che dopo sgabello, Cardiff e chi ne ha più ne metta è tornato alla base o per dirla più fedelmente, a “casa”. 

E la Juventus, che è storicamente creatura di famiglia, non poteva non offrirgli una seconda chance e ri-accoglierlo a Torino come ogni figlio meriti. Caldara e Higuain al Milan per Bonucci, ma più che una manovra tattica somiglia al capriccio di un figliol neanche così prodigo. Ed è lì che la matassa si ingarbuglia e la Continassa inizia a sembrare luogo di una fiction surreale diventata inverosimile stamattina con l’annuncio shock della rescissione del contratto di Claudio Marchisio. 

Che lo spazio riservato al Principino nei piani della Juve fosse quasi nullo si era già inteso da tempo, ma il tweet di stamattina è un addio piovuto dal cielo in una mattina in pieno agosto, quando meno era preventivato, quando nulla può fornire una vera risposta se non ciò che sembri che sia. 

Claudio Marchisio tramite i canali social comunica ciò che nessuno avrebbe mai voluto leggere. 

 

Una dichiarazione d’amore alla Juventus e agli Juventini quelli della B e allo Stadium al gol di Zaza, quelli della finale di Berlino, di Cardiff, ma anche quelli di Manchester, di Perugia o quelli di Roma, perché lui c’è sempre stato anche solo con il cuore e lo sguardo, così come gli piaceva dire quando da infortunato li guardava da casa. Gli Juventini che lui ha abbracciato e sostenuto, con i quali ha camminato ed è cresciuto, cadendo e rialzandosi, alzando la testa proprio quando gli altri non sempre riuscivano ad alzarla. Una dichiarazione d’amore a quella Juve che ama al punto da salutare e guardare allontanarsi dal finestrino di una Jeep – che magari gli è stata regalata –  per chiudere coerentemente con stile, così come se i sentimenti potessero essere rinchiusi nel bagagliaio di un SUV o zittiti da una cospicua buona uscita. E allora quelle lettere intrise di un dolore immane ci scorrono davanti come in un film, uno scorrimento veloce di ricordi e frame bruscamente interrotti da quelle parole pungenti come spade.

Una mattina in cui stropicciare gli occhi è stato inevitabile perché ogni favola ha una fine proprio quando sembrava volgere sul più bello, perché in questa Juve dalle grandi ambizioni dove Cardiff e Berlino sembrano già  ricordi, per chi a Cardiff e Berlino ci ha lasciato il cuore,  a quanto pare, non c’è più spazio. In una Juve dove fare il “colpo del secolo” vale vendere un abbonamento in curva a 600 euro, per quel bambino dagli occhi verdi, i capelli biondi e la maglia a strisce bianche e nere addosso da venticinque anni non c’è più spazio, né tempo o pazienza. In quella Juve ove quel bambino ha scritto la sua vita come uomo e come calciatore, quello stesso bambino è diventato troppo uomo ed è tempo di uscire dal nido e migrare.

“Siete la parte più bella di questa meravigliosa storia, per questo motivo tra qualche giorno ci saluteremo in modo speciale.
D’altronde l’8 non è altro che un infinito che ha alzato lo sguardo”…

Non viene che  da dire:
“Alza lo sguardo Principino, il tuo 8 sarà infinito
Grazie di tutto Claudio”.