Compie gli anni oggi il portiere della Dea, Pierluigi Gollini.

Vogliamo ricordare insieme a lui la sua prima volta in Azzurro.

È il minuto 88 di Bosnia-Italia, quando Gigio Donnarumma lascia la porta al suo compagno. 

Chissà se il giovane portiere della Dea ha ripensato per un attimo – in quella manciata di minuti – a quel campetto dietro casa, nella provincia ferrarese, dove tutto ebbe inizio.

A quei calci a un pallone per inseguire un sogno voluto fortemente anche nelle buie giornate inglesi, quando poco più che ventenne si getta nell’avventura della Premier con la maglia dell’Aston Villa.

Quel sogno per il quale si suda e si piange, ci si allena notte e giorno, si cambia ma si resta sempre gli stessi, come diceva due anni  fa nella sua canzone “Rapper con i guanti”. 

Pierluigi Gollini è tornato dall’ Inghilterra per volere dell’Atalanta, che lo ha osservato, lo ha tenuto in panchina e lo ha testato, fino a riscattarlo dal club inglese e a affidargli definitivamente i pali della retroguardia orobica. 

A suon di prestazioni convincenti, Gollo dapprima si alterna a Berisha poi, partita dopo partita, si prende il posto da titolare.

Tutto questo e molto altro nel groviglio di emozioni che ha animato Pierluigi, finalmente in campo con la sua Nazionale, dopo la prima convocazione arrivata in estate:

E’ un’emozione fantastica. E’ una sensazione che mi ha quasi ricordato l’esordio in A.

Gollini non si aspettava di entrare, tutti infatti attendevano l’ingresso di Alex Meret.

Invece eccolo lì, anche se soltanto per pochi minuti. Perché in porta la concorrenza é tanta: Donnarumma, Meret, Sirigu. Tutti validissimi numeri uno. “Siamo un gruppo di portieri fantastico”, ha sottolineato il nerazzurro nell’occasione.

Amici sempre, antagonisti in campo. Il posto – si sa – é uno solo. Ma conoscendo Pierluigi Gollini, niente e nessuno lo terrà lontano dalla conquista dei suoi obiettivi.

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15-11-2019 La prima volta non si scorda mai. Ma questa è già indelebile. È un sogno che diventa realtà. È la somma dei sacrifici che diventano sorrisi. È quella cosa che ripeti sempre quando da bambino giochi per strada: voglio fare il calciatore e giocare in nazionale. La dedica è tripla , non potrebbe essere altrimenti: •la mia famiglia, perché c’è sempre stata; i miei amici, perché sono la mia forza; la mia compagna, perché è vita; •tutti gli allenatori dei portieri che mi hanno accompagnato fino a qui, perché mi hanno fatto crescere e capire; •e alla mia gente, quella di Poggio e quella di Ferrara, perché sono orgoglioso di essere uno di loro. Oggi sono felice. Oggi È un giorno speciale💙🇮🇹🧤 Pier #BelieveInYourDreams

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Il ragazzo sa aspettare il suo momento: lo ha dimostrato fino a oggi, continuerà a farlo.  Anche se ci sarà da aspettare ancora un anno, per rimettersi addosso quella maglia tanto sudata.