Dybala è tornato disponibile e la sua presenza sembrerebbe indiscutibile per il rush finale della stagione. Ma quest’anno Allegri ha lanciato il dilemma del modulo, a sua detta inadatto per il ’10’

Dopo 45 giorni di assenza la Signora ha ritrovato la sua Joya: Paulo Dybala è tornato a calcare l’ erba del rettangolo di gioco contro il Toro nel Derby, giusto in tempo per sopperire agli infortuni di Federico Bernardeschi e Gonzalo Higuain.                                          (immagine da zimbio.com)

Tutti considerano Dybala l’uomo chiave di questa seconda parte di stagione, con una qualificazione ai quarti di Champions complicatissima e il testa a testa con il Napoli sulla strada che porta al settimo di fila: tutti, o quasi. Perché per Massimiliano Allegri, l’impiego del numero 10 nel consolidato 433 appare quanto mai discutibile. Secondo il tecnico, infatti, il dieci argentino potrebbe essere utilizzato solamente in sostituzione di Higuain come punta centrale, vedendone poco redditizio il rendimento sulla fascia, in qualità di esterno.

Tale affermazione contiene in sé molte contraddizioni.

La prima è lo stesso 433 adottato da Allegri, che non prevede l’utilizzo di esterni puri ( che tra l’altro non mancano alla corte della Signora) e pertanto non è un modulo classico ma facilmente “modificabile”, soprattutto in fase di non possesso quando la squadra, inesorabilmente, si abbassa a difendere. Massimiliano Allegri non adotta il 433 alla maniera del Barcellona per intenderci: non ha questa propensione offensiva. La seconda contraddizione è offerta dal Barcellona stesso, nel quale Lionel Messi (che per caratteristiche e zone di copertura del campo può essere un ottima pedina di paragone) è stato sempre impiegato con estrema tranquillità. Precisiamo che non si sta facendo alcun paragone tra i due, ma semplicemente un confronto a livello di schemi di gioco.

(immagine da ansa.it)

Senza considerare un’ altra contraddizione, la più evidente: Paulo Dybala è stato impiegato – e in maniera redditizia- con il modulo sopra citato nella gara contro il Napoli al San Paolo, in uno schema che viene definito albero di Natale (poco importano tutte queste definizioni, essendo gli schemi controvertibili e modificabili in corsa).

A tal proposito vorremmo riportare una dichiarazione di Massimo Mauro: “Dybala è il giocatore più determinante della Juventus. Se non giocasse così lontano dalla porta, sarebbe ancora più risolutivo. Il 433 non è adatto a lui? Soltanto in Italia si discute di questo, sono cose che mi fanno ridere. Non vedo problemi nell’inserimento dell’argentino: sono gli avversari che devono preoccuparsi di lui e non il contrario”.

Il “focus” di queste affermazioni è semplice: il numero 10 bianconero è un fuoriclasse che non può e non deve essere imprigionato in uno schema rigido. Sta alla sapienza di chi lo guida – e lo guida da ben tre anni!- impiegarlo nel modo a lui più consono per esaltarne le caratteristiche e le capacità. A questo proposito vorremmo ricordare che Trapattoni (opportunamente sollecitato dall’Avvocato) cambiò sapientemente l’assetto della Signora per permettere a Michel Platini di fare ciò che soltanto lui, in campo, riusciva a fare. Certamente, bisogna esser convinti di avere a disposizione un fuoriclasse.

Di certo questo non accade se si segue la filosofia del: “Tutti sono utili, nessuno indispensabile” (tra l’altro bugiarda, vedi Mandzukic). A quel punto, il fuoriclasse diventa solo uno dei tanti. Un fuoriclasse, dentro a una classe, non serve.

Daniela Russo

(immagine copertina footbalsfirst.com)