Piuttosto deludente l’esordio del Cagliari guidato dal nuovo allenatore Gianfranco Zola, nella prima partita del 2015 contro il Palermo, chiusa con un pesante risultato, 5-0.

“Sapevamo che sarebbe stata difficile, ma non così difficile”, commenta Zola. “Archiviamo questa partita e guardiamo avanti. Abbiamo preso un gol dopo cinque minuti, ovviamente nella situazione in cui siamo tutto diventa più difficile. In occasione del raddoppio abbiamo peccato di ingenuità: c’è stata una reazione, ma è chiaro che dopo l’espulsione di Conti è stata tutt’altra partita. Questo però non toglie che anche così si debba fare di più: la Serie A è un campionato che non ti perdona. Il Cagliari non è certo quello visto oggi. In altre occasioni avrebbe meritato di raccogliere di più. Siamo solo all’inizio, il campionato è una maratona. Questa partita deve servirci come lezione, per tutti. Penso che la squadra abbia valori importanti, possiamo tirarci fuori da una situazione difficile”.

Il centrocampista Joao Pedro, subentrato a partita ormai compromessa, dichiara: “Non è facile, ma non bisogna pensarci: in quei momenti occorre solo correre e darsi da fare per aiutare i compagni. Il Palermo a quel punto aveva tre gol di vantaggio, sospinto da una tifoseria entusiasta. L’inizio è stato complicato, sotto di due gol dopo dieci minuti è chiaro che la squadra possa perdere fiducia. E’ un momento duro, ma sono sicuro che usciremo da questa situazione: con lavoro, pazienza e unità. E’ la ricetta giusta: è difficile, ma non impossibile”.

Delusi i tifosi cagliaritani, ma per dare dei giudizi sarà bene aspettare i prossimi incontri, quando Zola avrà più tempo per riassettare la squadra.

Intanto, stamattina, a scaldare gli animi dei tifosi, non è tanto il risultato deludente della partita contro il Palermo, ma un argomento totalmente diverso, anche se riguarda sempre la squadra. A creare scalpore, ma anche indignazione, è la foto di Andrea Cossu nella pagina di gennaio del calendario del Cagliari Calcio. L’attaccante sardo appare con le mani e i piedi legati, mentre l’attaccante brasiliano Caio Rangel tiene tra le mani un rotolo di garza o nastro adesivo.

L’immagine sta facendo il giro del web e i sostenitori del club sardo non gradiscono. L’immagine richiama “l’incaprettamento”, una tipica sevizia del rapimento, e non piace per niente che si riporti a galla una piaga che per anni ha visto coinvolta l’isola, quella dei sequestri.

La testata sarda Castedduoonline riporta una lettera di protesta: “Ecco qual è la rappresentazione sportiva in Sardegna secondo il Cagliari e l’Unione Sarda che, favorendone la distribuzione insieme al giornale, dimostra evidentemente di condividerne gli ideali. Sembra un rapimento, nel quale non c’è niente di ironico, un’immagine che per anni ha turbato la nostra isola e che ora viene strumentalizzata dal Cagliari. Terzultimi in classifica, ma primi evidentemente in genialità mediatica”.

“Sembra un rapimento. Non si può identificare una squadra, una regione, con i drammi vissuti in passato. Non fa ridere”. Questo è soltanto uno dei tanti commenti che si leggono sul web a sfavore di tale immagine.

La protesta parte dalla testata sarda, ma diventa subito un caso nazionale. La Gazzetta dello Sport appoggia l’indignazione sarda e si schiera contro la decisione dell’Unione Sarda di abbinare la vendita del calendario a quella del quotidiano. In breve, tutti ne parlano, e la foto viene giudicata un passo falso di cui non si sentiva davvero il bisogno, decisamente fuori luogo.

 Restiamo dunque in attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato l’elaborazione di questa immagine, e che si faccia chiarezza sulle intenzioni. Intanto se ne parla, ma forse era meglio se a tenere banco fosse il 5 – 0 di ieri. Negativo, discutibile, ma senza ombre.

Mirella Fanunza