Il tecnico calabrese alla sua “prima” da allenatore contro l’amatissima squadra, di cui è stato uno degli indimenticabili artefici di una serie sconfinata di trionfi

 Ci sono partite che lasciano il segno sempre, partite che non sono mai semplicemente degli incontri di calcio.

In casa o in trasferta, certe partite sono marchi a fuoco sulla pelle, perché in passato hanno avuto un significato e nel presente e nel futuro ne hanno e ne avranno un altro.

Non contano per queste partite i successi, gli scudetti, le coppe, i piazzamenti, i trionfi, i soldi, i fuoriclasse che hanno giocato nelle fila di questa o quell’altra squadra.

Per certe partite è il cuore a farla da padrone, è lo stomaco a sussultare, è la testa a camminare in mezzo ai ricordi di una vita o di parte di essa.

Napoli-Milan. Anni di sfide appassionate, di tifo viscerale.

Da Maradona alle stelle olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard, dagli allenatori prestigiosi su entrambe le panchine agli anni tra alti e bassi, tra luce e buio.

Napoli-Milan è anche un nome non da poco oggi. E’ Gennaro Gattuso, ex grandissimo centrocampista del Milan dal 1999 al 2012. Simbolo di una squadra che ha inanellato fior di successi a livello internazionale, diventando la terza squadra al mondo per numero di titoli internazionali vinti (18), mentre in Italia è il secondo club più titolato.

gattuso milan
fonte immagine: profilo Twitter @EuropaLeague

Grintoso, inarrestabile, infaticabile, schietto, concreto, testardo, generoso.
Quanto aggettivi potrebbero essere affibbiati a Rino “Ringhio” Gattuso.

Dai successi conquistati in maglia rossonera al Mondiale tedesco del 2006 in tinta azzurra: Gattuso ha una personale bacheca di tutto rispetto, oltre ad una altissima considerazione da parte del mondo calcistico per il suo temperamento da guerriero.

Domenica sera affronterà il suo primo Napoli-Milan da allenatore, ma da allenatore degli Azzurri.

Ha rilevato una squadra allo sbando totale a seguito dell’amara fine dell’era ancelottiana, (tra disfatte in campo, ammutinamenti e fiumi di polemiche), con una classifica impietosa e poco degna di una squadra che da qualche anno poteva vantarsi di sedere ai piani alti della classifica, lottare per lo scudetto contro l’armata bianconera e calcare i più prestigiosi terreni internazionali con la partecipazione in Champions League.

Il Napoli a dicembre 2019 era una barca senza timoniere e Aurelio De Laurentiis, tra il reale e il visionario, chiama Rino Gattuso al posto del pluridecorato Carlo Ancelotti per risollevare le sorti di un gruppo allo sbaraglio.

Dopo l’iniziale incertezza per la nuova avventura, il tecnico calabrese, alla sua sesta esperienza da allenatore (anche del Milan, dal 2017 al 2019), a poco a poco ha ricompattato il gruppo, infondendo fiducia e restituendo ai calciatori la voglia di lottare per tutti gli obiettivi in palio durante la stagione.

Il Milan potrà cambiare guida: ma l’ uomo Gattuso è insostituibile

La pandemia ha fatto il suo corso.
Il calcio e lo sport tutto si sono fermati, il mondo si è fermato.
Non appena, però, la giostra ha avuto modo di ripartire, il Napoli di Gattuso ha ripreso a ritmo serrato gli allenamenti, in vista del primo, importante obiettivo della stagione, quella semifinale di ritorno di coppa Italia contro l’Inter che ha consegnato agli Azzurri il lasciapassare per la finale, vinta poi ai rigori contro la Juventus il 17 giugno scorso.

Gattuso ringhia davvero: gli effetti positivi sul nuovo Napoli

Il primo trofeo post COVID, il primo trofeo di Gattuso da allenatore, la stima del presidente De Laurentiis, l’appoggio della squadra e l’affetto dei tifosi.

Dopo altre gare, tutte andate a buon segno in campionato, una sola sconfitta finora, contro la compagine più sorprendentemente in forma della Serie A, l’Atalanta, e una illustre sfida tra meno di un mese contro il Barcellona, nella gara di ritorno degli ottavi di Champions.

Gattuso pare aver fatto centro. Soffre, urla, combatte dalla panchina, pensa, agisce, sa darle e prenderle al momento giusto, come un vero leader.

In prima linea nel guidare la sua squadra, consapevole di trovarsi in mezzo ad una realtà che ama senza riserva chi dimostra di tenere alla squadra e alla città, legate indissolubilmente da sempre.

Gennaro Gattuso: un uomo d’amore nella città dell’ “Ammmore”

Questo è Gattuso.
Questo stesso Gattuso che domenica sera rivedrà di fronte i colori di quella maglia che ha cucito non solo addosso, ma nella testa e nel cuore. Quella maglia che gli ha dato un’infinità di gioie e lo ha consacrato tra i migliori giocatori del suo tempo, e per la quale lui ha dato tutto.

Lui e il Milan saranno avversari, l’uno contro l’altro in una sfida senza tempo, sempre appassionante, sempre sentita, forse anche di più a questo giro.

Rino guiderà gli Azzurri come ha sempre caparbiamente fatto finora; di fronte un pezzo della sua vita, della sua storia, da avversario sul campo, ma come tatuaggio incancellabile sulla pelle.

 

Simona Cannaò