Napoli e il Napoli: ammore, passione comune, religione

Il tifo è passione ovunque, ma a Napoli un po' di più. È tradizione, ma a Napoli un po' di più. È fede ma a Napoli un po' di più...

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Dopo la sudata conquista del quarto scudetto, i tifosi partenopei protagonisti di una festa che suggella, ancora di più, il legame viscerale della squadra e della città, con i tifosi

Eh no, stavolta non è stato come tre anni fa. La festa non è stata preparata mesi prima, concepita e realizzata con minuziosa cura e attenzione. Stavolta no…

Forse si era già abituati all’attesa ultratrentennale tra uno scudetto e l’altro.
E invece, Taaaaaaaccccc! Ultima giornata, scontro incrociato con i nerazzurri, gli uomini di Antonio Conte vincono la loro partita e quel punto di vantaggio conservato a mo’ di tesoro di San Gennaro, li ha tenuti talmente a galla da farli riemergere Campioni d’Italia per la quarta volta, la seconda in tre anni.

Conte e i suoi, con tutta la dirigenza, lavoratrice instancabile e silente, hanno realizzato qualcosa che resterà nella storia del club e non solo.

Hanno regalato ad un popolo, quello azzurro, una gioia inimmaginabile che è esplosa al fischio finale della partita contro il Cagliari e che ha toccato tutti gli angoli del mondo in cui sono presenti tifosi del Napoli.

Quei tifosi che però, non hanno disatteso le aspettative in quanto a festeggiamenti.
Quello che si è visto in città, a Piazza Del Plebiscito, in ogni piazza ove era presente un maxi schermo, per le strade, è e resta qualcosa che resterà indelebile, anche per l’impatto sociologico e antropologico.

Sì, perché il tifo è passione ovunque, ma a Napoli un po’ di più. È tradizione, ma a Napoli un po’ di più. È fede ma a Napoli un po’ di più.

Il rapporto che questa città così unica nel suo genere, nel bene e nel male, ha con il pallone, è da analisi approfondita senza dubbio.

Un amore che lega con un nodo da marinaio Partenope al calcio, al suo D10S, sempre presente nella testa e nel cuore dei tifosi.

Un amore così forte da sentire il bisogno di scriverlo e pronunciarlo con la doppia M, così da farlo diventare AMMORE.

E poco importa ai partenopei dei sette scudetti della Pro Vercelli, del mondo social pieno di insulti, offese ed inviti ad andare a mangiare i babà da parte di biondine allo yogurt.

Il tifoso Napoletano è carnale e non fa nulla per nasconderlo; è ironico e irriverente, risponde con la genialità insita.

Prende pieno possesso, il lunedì pomeriggio, del lungomare della città per festeggiare la squadra, creando agli occhi del mondo un tappeto azzurro, una cosa sola con cielo e mare.
Un popolo unito in un unico abbraccio, nella propria città.

Ma facciamoci pure due domande sui festeggiamenti per lo scudetto in tante parti del mondo, tra cui la beneamata New York.

Non c’è niente da fare: i napoletani si espandono e sì, li trovi davvero ovunque a diffondere, tutti insieme, la religione di Diego innanzitutto e poi quella dei suoi migliori uomini di oggi, che sono riusciti in una storica impresa calcistica che ha esaltato ancora di più e ove mai ce ne fosse bisogno, la vera Capitale del Sud.

E a chi sminuisce questo scudetto dando la colpa ai demeriti altrui (quello del 2023 invece, secondo i capiscers, era stato conquistato perché si parlava di un campionato sciatto e senza appeal), va ribadito che “chi vince scrive la storia, gli altri la leggono (cit.)”
E allora sì, si può essere davvero felici nel posto più bello del mondo…
AG4IN

 

Simona Cannaò