Uno è un avvertimento, due è un campanello d’allarme. Il Napoli, per la seconda volta consecutiva, non riesce a centrare la vittoria.
Dopo il pareggio allo scadere contro la Roma, il Napoli si ferma anche con l’Udinese di Kosta Runjaić.
Seppur saldamente ancorata alla testa della classifica, sembra inevitabile riscontrare che qualcosa non vada.
In quest’ingranaggio, quasi perfetto, ideato da Antonio Conte, nella sua prima stagione in azzurro, c’è qualcosa che non va.
Questo, però, non vuole essere un giudizio contro l’immenso lavoro della squadra partenopea, ma più un’analisi sul periodo che sta vivendo la squadra.
Certo, è inevitabile essere sollevati, dopo l’ultima stagione azzurra, conclusasi al decimo posto con 53 punti. Ora la musica è cambiata. Il Napoli è primo a 55 punti, con la miglior difesa (appena 17 gol subiti).
Eppure, questi due pareggi di fila, come un ingranaggio che si inceppa, iniziano ad intaccare le certezze di questa stagione fin ad ora brillante.
Ma cerchiamo di scoprirne insieme le cause…
“Sicuramente volevamo vincere, come sempre. C’è un grande dispendio fisico, non è facile recuperare sempre. C’è rammarico, ma non ho nulla da dire ai ragazzi. Potevamo sfruttare meglio le occasioni avute nel primo tempo e dovevamo essere più attenti, evitando di concedere subito il pari all’Udinese. Ci sta, questi ragazzi stanno facendo cose straordinarie. Prendiamoci il buono, altrimenti rischiamo di andare fuori giri. Se poi qualcuno è deluso da due pareggi, non è un problema mio.”
Queste le parole di mister Conte al termine della partita.
Ma, non è difficile notare nei giocatori del Napoli una scarsa reattività e poca incisività contro un’Udinese, arrivata in città con un chiaro ed unico obbiettivo: lottare.
Quindi sono ben chiare due ipotesi: calo fisico e panchina corta o problema difensivo?
Sembra chiaro che, nonostante gli ultimi due affondi Spinazzola e McTominay, vi sia un lieve crollo da parte dell’attacco, anche dopo la sfida contro la Juventus (vinta 2-1).
Del resto, però, non possiamo dimenticare la lunga fila di 3 mesi di (quasi) vittorie della squadra. La strada è lunghissima e tutto è ancora da scrivere.
Eppure, questa crisi del Napoli, poteva anche essere risolta durante la finestra invernale del mercato. Perché, seppur vero, che l’allenatore spende elogi e parole di apprezzamento verso i suoi giocatori, il calo fisiologico e mentale è ben presto. È naturale.
Da Garnacho a Zegrova, passando anche per Adeyemi e Saint-Maximin, per poi finire a Okafor. Una lunga fila di nomi passate tra le mani del ds Manna. Lista che si è conclusa con l’arrivo in prestito dal Milan di Noah Okafor, non al meglio fisico ma entrato nei minuti finali contro l’Udinese.
Ma Conte è chiarissimo: vuole far crescere il Napoli, come ha sottolineato nel pre-partita:
“Quello che sto pensando e lo sto pensando ancora di più che sto pensando da sette mesi a Napoli è fare quello che ho fatto in passato. Voglio portare il club a crescere. Questo è il mio obiettivo. Siccome il passato è lì ed è chiaro. Dovunque sono passato il club è cresciuto, ed è così. Io voglio aiutare il club a crescere”.
Chiare e precise intenzioni. Chiare e precise come la necessità del Napoli di avere un difensore in più. Benché sia vero che il gol dell’Udinese sia stato il loro giusto risultato, dopo aver tenuto testa, è innegabile che ci sia stato un problema difensivo.
La soluzione di Mazzocchi, sulla fascia sinistra, è un chiaro correre ai ripari. L’infortunio di Leonardo Spinazzola è andato ad accrescere il, già complicato, problema in difesa. Ai box, anche Mathias Olivera, fermo già da due settimane.
Il terzino uruguaiano cercherà di recuperare nel più breve tempo possibile, per poter essere in campo anche dal 2 marzo contro l’Inter, anche se Conte spera in un suo ritorno contro il Como.
Difesa che aspetta anche il ritorno di Alessandro Buongiorno, fermo dallo scorso dicembre, completo padrone della difesa accanto ad Amir Rrahmani.
La strada è lunga e piena di insidie, ma l’obiettivo di Conte rimane chiaro:
“A Napoli voglio aiutare il club a crescere. Lo dicono sempre gli All Blacks: “lascia la maglia che hai trovato, lasciala migliore di quando sei arrivato”. Voglio lasciare qualcosa di migliore quel giorno in cui dovrò andare via.”
Con queste parole di Antonio Conte si può certo e ben sperare che queste ultime partite siano state solo un blocco ostico da superare.
L’ultima parola, però, come sempre spetta al campo.
I prossimi match saranno decisivi per dimostrare se questo Napoli ha tutte le carte in regola per continuare nel suo piccolo miracolo.
Rosaria Picale