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Nacho Torreno, preparatore atletico della Fiorentina, ha vissuto per anni seduto in panchina lo spirito di competizione durante le partite finché un anno fa è dovuto scendere in campo lui stesso, riuscendo a prevalere contro l’avversario più difficile da affrontare. “Oggi sono guarito. Circa un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro ma oggi posso dire dopo diverse cure e due interventi che l’ho sconfitto. Ho giocato la più difficile partita della mia via vita e l’ho vinta alla grande”. Frasi importanti scritte da lui stesso in una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale della Fiorentina e che arrivano dopo un difficile cammino che lo spagnolo ha dovuto percorrere, una strada colma di ostacoli e che da vero sportivo è riuscito a superare. Ora può continuare il suo percorso professionale accanto a Paulo Sousa, con cui lavora da tempo e che lo scorso settembre ha parlato delle condizioni di salute del suo collaboratore di fiducia dichiarando: “è stato operato per un tumore”.

Da quel giorno è trascorso un lungo periodo che Torreno, partendo dal momento in cui ha appreso la notizia, ha riassunto così: “Le prime sensazioni che mi hanno pervaso quando mi è stata diagnosticata la malattia sono state l’incertezza e la paura. Paura perché la parola cancro significa conseguenze molto negative ed insicurezza perché non sapevo cosa mi sarebbe potuto succedere. Sono stati giorni e settimana molto dure, ho pianto e sofferto molto sia fisicamente che mentalmente, soprattutto la fragilità mentale mi ha fatto cadere in uno stato sconosciuto per me prima. “Nel buio di quei mesi ha trovato uno spiraglio di luce nei suoi affetti, che come lui racconta, gli hanno permesso di trovare la forza necessaria per affrontare la situazione:”Ma grazie ai sorrisi di mio figlio ogni mattina, all’aiuto ed al supporto della mia incredibile moglie Ana (Lei è il mio vero eroe), della famiglia e degli amici (sarebbe impossibile citarli tutti!), ho iniziato a vedere le cose in maniera differente e affrontare la mia situazione, normalizzandola e mettendoci carattere ed ancor un maggiore coraggio”.

C’è un’altra famiglia che il quarantenne ha voluto ringraziare, che prescinde dai legami di sangue: è quella Viola, conosciuta al Centro Sportivo Campini. “Tra questo grandissimo gruppo di persone, vorrei ringraziare: la famiglia Della Valle e i dirigenti per la loro sentita vicinanza, Paulo e tutti i miei colleghi dello staff per la loro pazienza, amore e supporto incondizionato dal primo all’ultimo giorno, ogni singolo giocatore con cui condivido lo spogliatoio per tutto l’amore, la forza e l’energia che mi hanno trasmesso dal primo momento che hanno saputo della mia malattia, A tutti i tifosi ed amici che sono parte della Famiglia Viola. SENZA TUTTI VOI non credo ce l’avrei fatta! GRAZIE dal più profondo del mio cuore. Oggi posso iniziare a vivere la mia Vita con la mia famiglia nella meravigliosa Firenze ed riprendere il mio posto dentro la squadra. Oggi la partita è finita, ho vinto. Ci vediamo allo stadio Artemio Franchi”. Questo il messaggio lanciato dal preparatore atletico che aspetta tutti per assistere al prossimo match della squadra, magari per festeggiare assieme l’esito della partita, ma a prescindere da questo può esultare per aver superato la sua  sfida più importante.

Chiara Vernini