Mentire a sé stesso per non farsi sopraffare dalle emozioni, così Josè Mourinho ha affrontato la sua millesima partita da allenatore in carriera.

Solo dopo aver portato a casa la vittoria il nuovo tecnico giallorosso è riuscito ad ammettere agli altri, ma in primis a sé stesso, quanto la partita di ieri sera fosse importante per lui.

Il gol allo scadere di El Shaarawy ha fatto esplodere la curva giallorossa e i tifosi si sono goduti una corsa liberatoria di Mou sotto la sud.

Il suo desiderio di associare il numero mille ad una vittoria è stato esaudito; a detta di Tiago Pinto è stato il Dio del calcio “che non poteva permettere che Mourinho non vincesse la partita”.

Un’esultanza che non è passata inosservata e che ha fatto sognare i romanisti, ma che lo Special One aveva riservato molti anni prima ai nerazzurri, quando era alla guida della squadra di Moratti.

Era il 20 dicembre del 2008 e l’Inter scendeva in campo all’Artemio Franchi contro il Siena: al gol del 2-1 di Maicon esultò con una corsa spedita verso il difensore ed un abbraccio sotto la curva interista.

In quell’occasione suscitò diverse critiche, una tra tutte quella di Maurizio Pistocchi, che nell’intervista post- partita per Guida al Campionato si scontrò con l’allenatore giudicando quell’atteggiamento eccessivo, irrispettoso e sopra le righe.

La risposta fu nello stile tipico di Mourinho, tra provocazione e irriverenza.
L’ex allenatore dell’Inter sostenne che è molto difficile controllare le proprie emozioni quando arriva un gol inaspettato che conduce alla vittoria.

“Con me tu lo vedrai più volte”: queste sue parole di oltre dieci anni fa oggi suonano attualissime.

Ieri, come in quel lontano 2008, Mourinho si è lasciato trasportare dall’impulso e di nuovo si parla di lui anche per questi suoi gesti stravaganti.

È tornato in Italia, dopo tutto questo tempo, ma certe cose non sono poi così cambiate.

jose mourinho
fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Jose Mourinho

Il tecnico portoghese, infatti, non è nuovo a queste “spettacolarità” ed i tifosi giallorossi si sono subito abituati alla sua personalità e anzi, ne sono entusiasti.

Un po’ come lo sono stati quelli interisti negli anni sotto la guida del Mago di Setubal, che li ha condotti alla conquista del Triplete: il rischio che spesso si assumeva con le sue parole e i suoi comportamenti rendeva ancor più indissolubile il legame con i nerazzurri, che percepivano un senso di appartenenza quasi mai visto prima da parte di un allenatore nei confronti della loro squadra.

D’altronde Mourinho è così: prendere o lasciare; e chissà se lo Special One, dopo aver raggiunto lo storico traguardo delle mille panchine, saprà arraffare tutto il bottino e ottenere un altro storico risultato: quello di riportare a Roma uno scudetto che manca ormai dal 2001.

Se dovesse accadere, qualcuno lo fermi una volta arrivato al Circo Massimo…!

 

Romina Sorbelli