Dopo tanto dire, è finalmente avvenuto, completato e ufficiale il vociferatissimo trasferimento di Alvaro Morata dal Chelsea all’Atletico Madrid. Alvaro torna finalmente a casa, a Madrid e all’Atletico, lì dove è iniziato tutto e dove iniziò la sua carriera da calciatore nonostante la tenera età.

View this post on Instagram

Con la ilusión de un niño… ?⚪️? #AupaAtleti

A post shared by Álvaro Morata (@alvaromorata) on

Poi il Gestafe e dopo ancora il Real, suo primo e proprio vero Club da professionista. E’ il suo passato blancos, più che l’altalenante trascorso al Chelsea, che non entusiasma i tifosi Colchoneros e questo ritorno, se così si può chiamare, non è stato ben visto proprio da tutta la piazza. Ma Alvaro non si abbatte e si sente a casa:

“Non mi sento come un nuovo arrivato e so cosa devo fare” dice alla presentazione alla quale è presente il papà, la moglie e i due piccolini.

La gente che mi conosce sa cosa significa per me essere qui, il resto sono chiacchiere. Se sono qui è perché volevo venire qui: avevo dato la mia parola al club che quando fosse stato possibile sarei venuto, ed eccomi qua. Lo desideravo, finora non era stato possibile, ora ci siamo e non vedo l’ora d’iniziare.

Così si apre una nuova avventura per quello che, qualche mese fa, definimmo il bell’anatroccolo mai divenuto cigno, perché quello che alla Juve sembrava uno dei più promettenti giovani del calcio europeo ha subito più di una sola battuta d’arresto.

Alla Juve prima di tutto ma anche al Real, che aveva esercitato il diritto di recompra riportandolo a Madrid senza mai dargli quella fiducia di cui necessitava. Anche al Chelsea non è andata benissimo e sebbene l’iniziale exploit che fece presagire il decollo, a Londra non spiccò mai il volo. Almeno fino alla chiamata dei Colchoneros e l’arrivo del Pipita a corte di Sarri che, oltre ad aver accontentato il tecnico toscano, ha sbloccato finalmente il decollo di quel tanto atteso volo di Alvaro (ma per Madrid).

E chissà che finalmente non sia la volta giusta per spiccare il volo che desidera, trasformandosi nel cigno che tutti si aspettavano diventasse, tornando ad essere sereno e prolifico, in campo più che nella vita.

Juventus forward Alvaro Morata celebrates after scoring during the Italian Serie A soccer match between Juventus FC and AC Milan at Juventus Stadium in Turin, 7 February 2015. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

E quale migliore occasione se non quella di rifarsi proprio contro quegli ex che in lui hanno creduto meno di quanto forse avrebbe meritato. Dopo il Betis, contro i quali l’Atletico scenderà in campo domenica, ci sarà il derby madrileño in programma il sabato successivo e solo dieci giorni dopo il grande ritorno in Champions (alla quale Morata quest’anno non aveva partecipato per l’assenza del Chelsea, impegnato invece in Europa League) contro gli ex compagni bianconeri.

Una bella chance di riscatto per lui che potrebbe rivelarsi anche un ticket di ‘perdono’ per i tifosi che lo guardano ancora con diffidenza.

Alvaro Morata, quel bell’anatroccolo non ancora diventato cigno 

 

Egle Patanè