L’Inter torna in campo dopo la brutta prestazione nonché sconfitta contro il Bologna che ha regalato un sorriso ai felsinei che non vincevano da 408 giorni e che hanno ritrovato i tre punti dopo una magra che si protraeva dal 30 settembre. Più che un merito di un Sinisa Mihajlovic che ritrova a sua volta una panchina sulla quale sedere dopo l’esonero di Pippo Inzaghi, i tre punti incassati dai rossoblù arrivano per gentilissima concessione dei nerazzurri scesi in campo con una confusione tale da scrivere i versi più sconfortanti della stagione.

Inter: quando il caos e l’anarchia assumono i toni di un colpo di stato

Nel dopo partita dirigenza e allenatore si sono riuniti in un meeting che alle prime era stato bollato come il meeting dell’ultimatum a Spalletti in vista di Parma, definizione però tutt’altro che in linea con la dirigenza che lo ha sottotitolato colloquio di normale amministrazione. Beppe Marotta l’indomani ha ribadito la fiducia nel tecnico e nel progetto a dispetto di tutti i fantasmi che si fanno volutamente aggirare tra Appiano e San Siro.

Intanto bussa alla porta l’Europa League e la sfida con il Rapid incalza e un mancato risultato potrebbe costringere ad uno scombussolamento di piani e prima di pensare e  volare a Vienna c’è un Parma da affrontare e in un Tardini che ai nerazzurri riecheggia più di un semplice ricordo.

Candreva Nainggolan D'Ambrosio Inter-Parma

Peccato che a riecheggiare, al momento, è lo 0-1 dell’andata che aveva suonato l’allarme circa alcune deficienze nerazzurre emerse sempre di più con il trascorrere del tempo e culminate da dicembre in poi. Per la partita odierna Spalletti chiede gambe e concentrazione, ma prima ancora cuore e orgoglio. 

Far risultato a Parma è quasi un obbligo, per una classifica che inizia a aggrovigliarsi non poco e per uno snodo psicologico che servirebbe non solo in vista di Vienna ma per ritrovare e far ritrovare fiducia in sé stessi, nel gruppo e nel tecnico.

Intanto c’è una formazione da pensare e una squadra da schierare nonostante i vari inghippi. Nei 21 convocati di Spalletti compare pure Keita nonostante il tecnico di Certaldo in conferenza abbia parlato di indisponibilità per la partita contro i crociati. L’ex laziale quasi certamente sederà in panchina per tutti e novanta minuti, salvo clamorose emergenze.

Gli assenti certi sono invece Borja Valero e Politano, lo spagnolo per un’infiammazione che lo mette in dubbio persino per giovedì, mentre l’esterno ex Sassuolo per la squalifica (di due giornate) rimediata contro il Torino.

Le buone notizie le porta Radja Nainggolan che sembra essersi alleggerito, il belga ha perso quattro chili e malgrado non abbia entusiasmato i migliaia di nerazzurri sugli spalti ha convinto il tecnico che quasi sicuramente lo schiererà titolare.

Nainggolan Inter Bologna

L’undici nerazzurro ideale contro i crociati

Handanovic tra i pali, spesso e volentieri potrebbe far meglio, specie in quei gol tanto stupidi quanto velenosi che finisce col prendere e che fanno discutere, eclissando qualche volta prestazioni e numeri eccellenti, ma è lui la saracinesca nerazzurra, la sua titolarità è indiscussa.

A difesa dello sloveno su una linea a quattro con Cedric Soares esterno destro e Asamoah nella corsia opposta, al centro la coppia Skriniar-De Vrij.

Anziché un centrocampo a tre dietro un tridente offensivo, si torna alle origini e l’indispensabile Marcelo Brozovic torna arretrato in mediana affiancato da Matias Vecino che vince il ballottaggio con Roberto Gagliardini. In posizione più avanzata, il tridente alle spalle di Mauro Icardi, prima punta, sarà composto da Antonio Candreva sulla destra che dovrà sopperire alla mancanza dello squalificato Matteo Politano, Radja Nainggolan che torna titolare così come contro il Bologna e Ivan Perisic.

4-2-3-1: Handanovic; Soares, Skriniar, De Vrij, Asamoah; Vecino, Brozovic; Candeva, Nainggolan, Perisic; Icardi.

 

Egle Patanè