Ci sono gol e gol…chissà se quello di Milik l’avesse segnato Ronaldo o Messi. Il Polacco risponde con umiltà

Nel calcio funziona così: per quanto una rete possa essere spettacolare, il quanto se ne parli è direttamente proporzionale alla fama del giocatore che la segna. Un calciatore di una squadra di tutto rispetto, che di trofei non ne ha mai vinti o ne ha alzati pochissimi, potrà segnare anche il goal dell’anno, ma non farà mai notizia per troppo tempo. Quando invece parliamo dei pezzi forti, dai Palloni d’Oro alla vetrina ricolma di premi, allora sì che se ne parla per settimane. E’ la dura legge del calcio.

In fondo la Mano de Dios se la ricordano tutti perché era lo zampino era quello di uno “sconosciuto” a caso di nome Diego Armando Maradona.

Non tutti, però, si chiamano Maradona, e non tutte le squadre, evidentemente attraggono lo stesso pubblico. Specie in un’Italia in cui un pluri pallone d’oro a caso tiene banco da luglio scorso. E allora non c’è spazio per parlar d’altro. Probabilmente se il goal di Milik contro la Roma l’avessero segnato Messi o Ronaldo, infatti, avrebbe fatto il triplo del clamore.

Milik goal alla Roma
Foto: Corriero dello Sport

Giro su sé stesso, stop di tacco, ancora giro, collo pieno e tiro: GOL. Un insieme di perfezione tecnica e di scelta del tempo, senza contare l’impeccabilità di tiro preciso in ogni sua sfaccettatura. Olsen esce ma non può fare nulla oltre che ammirare stupefatto e silente. Un po’ come tutti, rimasti stupefatti e silenti, appunto.

Ci ha pensato DAZN a parlarne che non ha mancato di farlo notare al giocatore durante un’intervista. L’attaccante del Napoli, con la solita umiltà, ha riso facendo spallucce. E’ così che funziona, lo sa bene anche Arek Milik.

I tifosi amano parlare, dice, e lui nelle critiche della gente non vuole entrarci. “Non mi sento sottovalutato, gioco nel Napoli, una squadra fortissima” – e con la sua sincerità disarmante difende se stesso e la sua maglia azzurra.

Il giornalista non demorde e al “Ma un po’ ti dà fastidio?” Milik afferma di esserci abituato. Se dietro a quel sorriso fosse celato un po’ di rammarico non lo sapremo mai, offuscato com’è dalla grande umiltà di questo giocatore. Di quel gol ne restano comunque  la perfezione e il cuore di un campione che di gelido ha solo il tiro.

 

Federica Vitali