La società rossonera revoca la consueta cena d’ auguri in occasione del Natale: sempre più insondabile la situazione della squadra di Milanello, in balia delle proprie difficoltà da mesi

A letto senza cena. E pure senza gioia: perché in casa Milan, oltre a avere annullato la cena d’auguri con le famiglie dei calciatori, hanno deciso di far scattare la punizione per la clamorosa e ingiustificata sconfitta arrivata con la Hellas Verona: ritiro con data da destinarsi, almeno fino alla partita con l’Atalanta. Una caduta incredibile – contro una squadra, quella dei veneti, assolutamente abbordabile – che è stata presa male, anzi malissimo da Gattuso in primis, che ha parlato espressamente di “figura di m….”.

Cosa sia accaduto dalla vittoria incoraggiante in Coppa Italia alla gara contro i veneti, è del tutto inspiegabile. La squadra ha offerto una prova scialba, quasi tutti sotto tono, e si aggiunga l’espulsione di Suso a completare il quadro sicuramente poco sereno del gruppo. L’arrivo di Gennaro Gattuso in panchina non ha sortito l’effetto sperato, almeno in termini di grinta da ritrovare. Insomma, il Milan oggi sembra una compagine completamente alla mercé degli eventi, positivi o negativi che siano.

Il ritiro sembra per lo meno un’opportunità per il mister -che rischia quanto mai di diventare l’ennesimo capro espiatorio – di lavorare sulla testa dei suoi. Non è certo la caratura tecnica dei suoi a sortire dubbi: questo è fuori discussione. Eppure non ci si può limitare soltanto a “punire” i giocatori.

Dove resta il Milan società in tutto questo? Come lavorano realmente Fassone e Mirabelli?

Forse non è sufficiente rispondere in maniera sostenuta alla valanga di critiche piombate dopo la sconfitta imputata (“La squadra ha chiesto scusa, il concetto di dignità ha un retrogusto amaro che sa di accanimento”, la replica sul sito ufficiale). I quesiti sono di tutto rispetto a questo punto della stagione. Non è un mistero che le squadre che funzionano si avvalgono di una dirigenza solida e presente. Ben vengano severità e ritiri, ma probabilmente è arrivato il momento in cui il vertice del club rossonero si metta anch’esso in seria discussione: per recuperare, se non altro, quel minimo di già citata dignità. Per se stessi, per i tifosi e per il nostro campionato.

Daniela Russo