Gattuso si assume ogni responsabilità per la pesante sconfitta del Milan e carica i suoi per questi ultimi 180′ di campionato: i rossoneri devono rialzare la testa

 

Il Milan esce con il morale a pezzi dalla finale di Coppa Italia: com’era prevedibile. La vittoria avrebbe rappresentato prestigio e anche accesso sicuro all’Europa League: adesso bisogna riavvolgere il nastro e andare avanti, tentando il tutto e per tutto.

Mister Gattuso non nasconde la grossa delusione che aleggia ancora tra il gruppo rossonero: egli stesso confessa che ha dovuto lavorare maggiormente sulla testa piuttosto che sull’ allenamento fisico.

Soprattutto su quella di Donnarumma, letteralmente bersagliato e additato come reponsabile numero uno della disfatta romana. Ringhio non ci sta: “Il responsabile sono io prima di tutto. Gigio non è sereno, troppe le voci che lo turbano. Si è parlato eccessivamente del suo trasferimento e questo lo ha segnato: anche io quando giocavo e qualcosa non andava, non rendevo come dovuto. Vale per tutti”.

Non ci sono dubbi sull’importanza di centrare l’obiettivo Europa, anche al settimo posto. Rino si dichiara diposto anche a affrontare la fatica dei preliminari:  è importante per la squadra, dopo il  fallimento, avere ancora un obiettivo per cui lottare. Lottare e ripartire da quanto di buono fatto nel primo tempo contro la Juventus, 55′ in cui i rossoneri hanno saputo tener testa a quella che per il tecnico è l’esempio cui guardare per crescere: “Dobbiamo fare di tutto per raggiungere il loro livello: ma l’esperienza non è cosa che si compri al supermercato. Per un attimo ho pensato anche che gli avremmo fatto male, poi  una volta crollati poteva finire anche 7-0. Adesso incontriamo un’ Atalanta in forma, aggressiva: servirà non commettere errori, non perdere palla in uscita perché là ti possono fare male”.

Pronti a ripartire, quindi, anche se un po’ acciaccati. Del resto non avrebbe potuto essere diversamente: di Gattuso si può dire tutto, ma non che sia uno disposto a mollare. E lo dimostra ogni volta, con il suo spirito pronto a fare mea culpa: “Io sono fatto così: non mi piace dare colpe a tizio o a caio”.

Daniela Russo

(immagine copertina Getty)


 

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