Lui è Vincenzo Cerrone, un uomo normale con un incarico speciale: è il custode del San Paolo di Napoli, il ‘catino’ degli Azzurri.

(immagine il Mattino)

Le sue giornate trascorrono in una stanzetta all’interno dello stadio, dalla quale svolge la sua supervisione su quel prato sul quale non gli è concesso di camminare: nemmeno sulle tribune, in verità. Una stanzetta arredata con elementi essenziali, tra cui, immancabilmente, la macchinetta del caffé. A Napoli può mancare tutto, ma quella mai.

L’Arena di Fuorigrotta è il suo rifugio preferito in cui scandire i giorni della sua vita lavorativa, regolari, tutti uguali. Ma non troppo.

Siamo nel 2013, sulla panchina del Napoli c’è Rafa Benitez e i partenopei aspettano il Borussia Dortmund di Jürgen Klopp, partita valida per la Champions. La tensione è alle stelle, al 25′ Gonzalo Higuain porta in vantaggio il Napoli, lo stadio è una bolgia. Non è soddisfatto però Klopp, che ha un alterco con il quarto uomo e rimedia una bella espulsione. L’allenatore è furente, inavvicinabile.

(immagine the social post)vincenzo

Non si reca in tribuna, come di solito accade: inaspettatamente, Vincenzo se lo vede arrivare negli spogliatoi. E considerato l’umore nero dell’uomo, Cerrone prova a scioglierlo con la cosa che ai napoletani riesce meglio: essere ospitali. Non parla inglese, né tedesco, ma non si scoraggia; ed ecco che quella macchinetta, allora, capita proprio  a fagiolo: un bel caffé, una sigaretta e a Klopp torna in  un attimo la serenità. Anzi, dirà Cerrone, “considerando come l’avevo visto in campo, è stato molto gentile e anche durante la partita è stato piuttosto tranquillo”. I due seguono il resto della gara; a fine partita Klopp addirittura stupisce il custode: gli regala la maglia di Marco Reus, emozionando Vincenzo, dopo averlo ringraziato per l’accoglienza. “Un vero signore”, asserisce l’uomo.

(immagine Getty)

Domani sera Jürgen Klopp sarà ancora al San Paolo, questa volta alla guida di un pericoloso Liverpool: cinque anni sono trascorsi, ma quello che è certo è che il ‘catino’ sarà ancora una bolgia. Non c’è dubbio che Vincenzo terrà accesa la macchinetta del caffé: non si sa mai, magari Klopp ne chiederà una tazzina e Cerrone ne approfitterà per farsi autografare la maglia di quella sera. Magari senza nessuna espulsione, stavolta.

Daniela Russo