Mario Fargetta, uno dei più noti dj della scena internazionale, ha un passato ed un presente da calciatore e soprattutto è uno Juventino doc come ci svela in questa intervista in esclusiva

Erano i Novanta… la spensieratezza dei vent’anni, un jeans a vita alta e un crop top.

… E la musica dance e tecno, d’estate, al mare. Come “Your love”, energia pura, “May Day, May Day” e “Midnight” dal groove ipnotico.

Impossibile dimenticarli…

Brani realizzati da Mario Fargetta, deejay italiano tra i più noti a livello internazionale, produttore discografico e regista radiofonico di Radio Deejay a fianco di Albertino in “Albertino Everyday” e nel programma cult che ha segnato una generazione, la Deejay Parade.

Non tutti sanno, forse, che Mario, noto anche con lo pseudonimo di Get Far, è stato un calciatore semiprofessionista capocannoniere dell’A.C. Besana Brianza arrivando sino alla Serie D.

Eravamo la squadra più forte del Campionato – mi racconta durante la nostra intervista – se non fosse che la sfortuna ci ha voluto tutti infortunati e di conseguenza abbiamo iniziato a perdere punti… Ero piuttosto abbattuto dalla situazione e così nel 1987 ho scelto di rinunciare alla maglia da calciatore per indossare a tempo pieno le cuffie, altra mia grande passione, iniziando a lavorare a Radio Deejay con il mio amico Linus”.

In realtà la sua carriera in ambito musicale gli ha permesso di alzare il livello… anche in campo.

E quella maglia appesa è stata nuovamente indossata, grazie alla Nazionale Calcio Tv: “In questo contesto ho giocato tantissime partite di beneficenza con giocatori di Serie A, negli stadi più prestigiosi d’Italia. E, siccome con il calcio me la cavo, sono stato sempre coinvolto nelle azioni e mi sono preso le mie belle soddisfazioni in termini di reti segnate”.

Tra i ricordi più divertenti quando abbiamo giocato contro gli ex del Vicenza e in campo c’era anche Paolo Rossi, io ero in area pronto a segnare ma lui mi ha scippato la palla e ha fatto gol! O a San Siro contro l’Inter e in squadra con me c’era Walter Zenga come attaccante: entrambi procedevamo verso il portiere, la palla l’ho intercettata e gestita io… peccato però che quando ho calciato ho messo troppa foga e il pallone è finito in uno degli anelli dello stadio. Si è alzato un coro unanime e sono stato investito da un sonoro Nooooo”.

La musica e il calcio sono le due passioni più grandi di Mario, anzi, se vogliamo essere precisi c’è n’è una terza degna di nota: la Vecchia Signora del calcio italiano.

Get Far infatti è uno Juventino doc, sin da quando era bambino.

Il mio primo stadio, se così vogliamo definirlo, è stato l’oratorio di Lissone dove scappavo a tirare calci alla palla non appena finito i compiti.

La mia Juventinità non è dovuta in realtà ad un dna bianconero di famiglia ma piuttosto ad un percorso ragionato quando ho capito che era la squadra più forte…” mi spiega.

Forte come quella volta che con il papà va a vedere la Juventus a San Siro contro l’Inter: “Peccato che all’uscita dello stadio un gruppo di tifosi avversari piuttosto goliardici mi ha preso il cappello… Sono cose che segnano” ironizza divertito.

A proposito di tifosi avversari, a Radio DeeJay il lunedì mattina gli animi si “scaldano”: “Abbiamo frange juventine ma anche interiste, milaniste ecc. e dunque si inizia la settimana massacrandoci allegramente”.

E dell’assetto odierno della Juventus, cosa pensa Fargetta?

Allegri ha dimostrato spesso di gestire bene le partite come quella contro il Tottenham. Qualche problema lo abbiamo con le partite secche… e in ogni caso sono fiducioso”.

Chiedo a Mario quale sia il suo campione del cuore: “ Senza dubbio Maradona.
Una calamita per gli sguardi, un campione di spettacolarità che incantava anche solo nel vederlo correre.
Ci ho giocato insieme in un’esibizione in una località marina, indimenticabile”.

Come le sue hits e i dj set in giro per il mondo.

Silvia Sanmory