Claudio Marchisio festeggia il suo trentaduesimo compleanno: ultima bandiera bianconera, lui, venuto dal vivaio e, forse, vicino all’ addio alla sua Signora?

“Sarebbe il massimo per me diventare una bandiera della Juventus. Vorrei poter non andare più via”.

Aveva soltanto sette anni, Claudio Marchisio, quando è entrato nel vivaio della Juventus: molto per gioco e un po’ anche per amore, ma senza alcuna idea di quel che sarebbe stato. L’amore, quello, è rimasto: a 16, a 20, a 25 anni. Anche oggi che ne compie 32, Marchisio è sempre innamorato della Signora.

Lo abbiamo seguito passo dopo passo, mentre cresceva e si faceva strada in mezzo a nomi altisonanti. Mentre guardava Alessandro Del Piero e gli brillavano gli occhi alla sola idea di giocare accanto a lui, mentre pian piano si guadagnava il posto pur nella terribile annata della serie cadetta. Mentre diventava titolare e punto fermo negli anni bui dei settimi posti tra allenatori contestati, tifosi delusi e una Juve diventata l’ombra di se stessa.

Lo abbiamo visto arrembante al primo anno di Antonio Conte,  accanto a Del Piero, con Pirlo e Vidal, iniziare l’era degli esacampioni: come dimenticare la sua doppietta contro il Milan allo “Stadium” e quella contro l’Inter a San Siro. Lo abbiamo seguito mentre cementava con i propri compagni un centrocampo fortissimo, che è stato a un soffio dalla Champions.

Poi è arrivato quel 17 aprile di due anni fa. La gara contro il Palermo e la rottura del crociato. E l’inizio del calvario. Marchisio da quell’incidente non si è più ripreso veramente: il recupero è complicato, la guarigione lenta e inframmezzata da continui stop. Non riesce a ripartire, e in questa Juve dove tutti reclamano un posto per Claudio ora  c’è solo la panchina. Le voci sull’addio di Capitan Futuro sembrano sempre più reali, insistenti, dolorose.

Buon compleanno, Claudio. Per quello che sei. Per l’ amore silenzioso, mai dubbio, di cui hai coperto il numero 8. Per quelle lacrime la scorsa primavera, per quelle poche parole a fine estate con cui hai smentito la tua partenza, per il tuo sguardo limpido, in cui si può ancora vedere una virtù rarissima, chiamata senso di appartenenza. Per queste tue frasi, di poche ore fa: “I miei desideri e le mie ambizioni hanno sempre gli stessi colori. Non c’è un attimo passato con te che non sia all’altezza dei miei sogni”.

Che tu resti o vada sappi che, come volevi, sei diventato una bandiera.

Daniela Russo