Il mestiere di calciatore, allenatore e affini ruoli nelle società calcistiche si allontana sempre di più dalle aspettative dei tifosi.

Questi ultimi  proiettano una vera e propria forma affettiva e di attaccamento verso quei personaggi che dimostrano un particolare attaccamento alla maglia: le famose bandiere.

Il tifoso la squadra non la cambia, il calciatore sì. La parola “bandiera” è ormai obsoleta: una peculiarità per pochissimi.

Indossare più maglie nello stesso contesto è una realtà con la quale si fa i conti tutti i giorni, malgrado il volere della piazza.

Eppure in questo marasma, tra giocatori e dirigenti coinvolti nella galassia calcistica, non tutti sono d’accordo di saltare da una squadra all’altra come se niente fosse. 

Mi riferisco a Claudio Marchisio, centrocampista nato e cresciuto in casa Juventus, di rigorosa fede juventina che, dopo un brutto infortunio, rimase “defenestrato” dal club torinese che non lo ha ritenuto più adeguato al progetto di Allegri.

E infine fu addio tra Marchisio e la Juventus

Il Principino ha ammesso in una recente intervista – per coerenza di pensiero e amore verso la piazza di quella Società dalla quale ha avuto tutto – di aver detto no ad altri prestigiosi  club italiani tra cui l’Inter,  che lo avrebbe rapito volentieri alla Vecchia Signora anche in tempi non sospetti.

Ma Claudio,  ragazzo intelligente che sa esprimere i suoi sentimenti, non ha avuto dubbi sul voler proseguire la carriera di calciatore all’estero, dimostrando senza nascondersi dietro a una “matita” i sentimenti e il profondo rispetto per ciò che lo ha reso tra i migliori centrocampisti della sua epoca.

Per fortuna non è l’unico a pensarla così.

Proprio in queste settimane un altro giocatore bianconero, Paulo Dybala, sta lottando per poter restare nella squadra ma soprattutto nella città che ha conquistato il suo cuore, che lo sta vedendo crescere come uomo e come atleta. Nonostante la Juventus, non si sia ancora dichiarata favorevole al ritiro sul mercato dell’argentino.

E come non pensare al mitico Alessandro Del Piero, liquidato dalla Società, che per amore verso i suoi tifosi ha riparato in altri continenti, sebbene una corte serrata da parte del Milan? Lo stesso si può dire di Daniele De Rossi, stendardo romanista, il cui frettoloso congedo ha fatto discutere.

Daniele De Rossi, l’Ultimo dei Romantici

Da quando le società calcistiche si sono immerse nel sistema dell’alta finanza per poter riparare ai costi assurdi dell’attuale calcio, i sentimenti, le persone e i colori delle maglie, sono andati a “farsi benedire”. Perciò anche un calciatore con carriera di tutto rispetto, se vuole continuare e conservare il suo stile di vita, deve accettare le condizioni del club anche se non condivise.

Però la differenza tra gli uomini esiste, perché è facile esser campioni sul campo, esserlo fuori non è per tutti, ma sapere che ogni tanto qualcuno pensa ai tifosi ci fa stare bene.

 

Cinzia Fresia