Si chiamava Marbella ma tutti la conoscevano come Mar,
la rivoluzionaria e caparbia pioniera del calcio femminile messicano

Una donnina minuta che amava a tal punto questo sport, pur non avendolo mai praticato, da decidere di utilizzare i proventi del suo salone di bellezza per mettere in piedi una squadra di calcio femminile dilettantistica, la Isamar, consentendo a tante ragazzine di talento di formarsi come future calciatrici professioniste.

Marbella Ibarra è stata ritrovata cadavere in un fosso, accanto alla strada provinciale che tocca Rosarito, nord del Messico, avvolta in una plastica, il viso tumefatto e il corpo ricoperto da segni di violenza e di tortura.

Era scomparsa dallo scorso 19 settembre mentre tornava da un allenamento con indosso la giacca rossa con il simbolo della sua squadra.

Gli inquirenti escludono, per il momento, un movente legato all’ambiente sportivo. 

La sua storia racconta di tenacia e intraprendenza; si era data da fare per selezionare le potenziali calciatrici ma per fare il salto di qualità con la Isamar aveva bisogno di iscriversi alla Lega.

Siamo nel 2014. 

Marbella contatta Ignacio Palou, il direttore sportivo dello Xolos di Tijuana, si propone come coach e fonda la Xolos femminile; nel 2017 la squadra esordisce partecipando al campionato di calcio di prima divisione negli Stati Uniti, e (considerato che in Messico non esisteva una competizione di questo genere) scalando le graduatorie. 

Marbella aveva fondato di recente anche un’associazione, la FuFemSinFronteras, con l’intento di sostenere le ragazze di talento senza possibilità economiche.

Un progetto di valore che purtroppo Mar non ha avuto il tempo di realizzare.

In queste ore sono stati moltissimi i post e le manifestazioni di affetto sui social e molte giocatrici hanno sottolineato l’umanità e l’influenza che Mar ha avuto nella loro formazione professionale.

 

Silvia Sanmory
(Immagini tratte da elpais.com)