Nato a Napoli e cresciuto a Scampia, uno dei quartieri più difficili della città campana, una di quelle realtà che insegnano a non abbassare mai la guardia e avere carattere.

Rolando Mandragora, classe 1997, come molti altri giovani trova nel calcio la sua ragione di vita e la sua retta via.

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La sua carriera inizia nell’A.C. Ponticelli. Nei primi anni gira molte squadre prima di trasferirsi alla Mariano Keller la scuola calcio napoletana per eccellenza “lancia talenti”.
Inizia a girare lo stivale in lungo e in largo per partecipare ai provini organizzati con le società più importanti d’Italia.
Sarà Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Genoa, a credere nelle qualità di quel ragazzo gracile che già troppe porte in faccia aveva ricevuto.

“Molti club mi scartavano perchè ‘troppo gracile’, la giustificazione era sempre questa, ma io non mi sono mai arreso.”

E’ il 2011 quando, a soli 14 anni,  si trasferisce a Genova.
Inizia dai Giovanissimi Nazionali e, già dalla prima stagione compie una crescita mentale e tattica.
Liverani, allenatore degli Allievi Nazionali dei Grifoni sarà l’artefice della sua promozione, da sotto età, negli Allievi Nazionali. Il giovane mediano scoprirà di avere doti nascoste: Liverani lo impiega sia nel ruolo di playmaker che in quello di mezzala e non delude le aspettative anzi, si carica la squadra, pur essendo il più piccolo, fino a diventare leader e capitano.

E’ stata la prima squadra che ha creduto in me e che ringrazierò sempre, a 14 anni sono andato via da casa per inseguire un sogno, non è stato facile lasciare la famiglia e gli affetti.”

Diventa punto fermo anche della Primavera di Giovanni Fasce e, con Liverani promosso allenatore della prima squadra, viene chiamato al grande salto che si compirà con Gasperini.
E’ il 29 Ottobre 2014 e Mandragora, a soli 17 anni, fa il suo esordio in Serie A, contro la Juventus che resterà incantata da quello scugnizzo tanto da acquistarlo la stagione successiva.

ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

La scorsa stagione il club bianconero lo ha girato in prestito al Crotone.
Anche con gli squali diventa un punto fermo del centrocampo ma anche dello spogliatoio.
Nicola lo ha schierato in un 4-4-2  facendogli svolgere compiti d’interdizione e costruzione, poi, Zenga,  l’ha riportato nella sua confort zone di mediano davanti alla difesa il capitano dell’Under 21  ha dimostrato avere doti di interdizione ma anache capacità di dettare i tempi di gioco.

ANSA/ ALBANO ANGILLETTA

In questa finestra di mercato il giovane mediano è stato ceduto all’Udinese per 20 milioni di euro ma la Juventus si è garantita il diritto di recompra fissato a 24 milioni (c’è la sensazione che un domani la sua crescita si possa completare diventando un centrocampista da big).

Mandragora rappresenta l’acquisto più costoso della storia dell’Udinese: doppiato Stefano Fiore che nell’estate 1999 arrivo a Udine via Parma per una cifra intorno ai 9,5 milioni di euro.

Insomma, entrambi i club bianconeri a loro modo confidano nell’esplosione definitiva di quel ragazzo gracile che con caparbietà, sfrontatezza e tanto coraggio che associate a talento fanno di lui un giovane da tenere d’occhio.

Caterina Autiero
foto copertina Getty Images