Il Chelsea ancora alla ricerca del tecnico ideale, dopo aver puntato su Simeone, il quale, secondo alcune fonti preferisce rimanere a Madrid, volge lo sguardo anche in Italia e nel mirino di Abramovich c’è Antonio Conte, certo di non continuare l’avventura in maglia azzurra.

Se dovesse arrivare lo sposalizio Chelsea-Conte, la panca della nazionale sarebbe libera e i nomi che balenano in mente a Tavecchio sono diversi, tra cui quello di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.

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I due, amici, colleghi e coppia sul campo per eccellenza all’epoca blucerchiata, proprio ieri sono stati premiati alla Hall of Fame della Figc entrando tra le stelle del calcio nostrano. Alle 47 stelle già presenti, sono state aggiunte quelle dei neo-premiati: Roberto Mancini (Allenatore italiano), Gianluca Vialli (Giocatore italiano), Ronaldo (Giocatore straniero), Corrado Ferlaino (Dirigente italiano), Roberto Rosetti (Arbitro italiano), Marco Tardelli (Veterano Italiano), Patrizia Panico (Calciatrice italiana), Giacinto Facchetti, Helenio Herrera e Umberto Agnelli (Premi alla memoria).

manciniMancini, premiato da Gianni Rivera, commenta così il premio: “Avrei voluto entrare da calciatore, ma il mio amico Vialli è arrivato prima

Giocare era molto più semplice che allenare.

In ogni caso sono orgoglioso di entrare nella Hall of Fame da tecnico dell’Inter. Spero che il nostro calcio torni ad essere quello in cui giocavano i migliori interpreti del mondo”.

E’ Vialli a toccare l’argomento “Nazionale” con il sorriso sulle labbra: “Adesso faccio un lavoro meraviglioso e mi pagano per vedere le partite di calcio: devo pensarci.

Tornare nel calcio? Se dovesse capitare, sarebbe bello“.

Former Brazilian soccer player Ronaldo and Italian Soccer Federation (FIGC) President Carlo Tavecchio pose during the ''Hall of Fame of Italian soccer'' award ceremony in Florence, Italy, 22 February 2016. ANSA/ MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Premiato anche Ronaldo come calciatore straniero e nonostante due Pallono d’Oro, tre FIFA World Player, il “Fenomeno” di cui il mondo del calcio si è innamorato e considerato uno dei migliori calciatori al mondo, minimizza dicendo: “La mia ambizione non è mai stata quella di essere il migliore, ho solo cercato di migliorare ogni giorno, fin da piccolo. Il talento non è innato ma serve un grande lavoro” – continua- “Ancora una volta Grazie per avermi dato questo onore e per aver potuto vedere con voi anche un altro po’ di storia del calcio italiano. Perché quella in Italia è stata la più grande e la più difficile di tutte le altre sfide. Io mi svegliavo la mattina alle 9 per vedere il calcio italiano. E a voi devo il fatto di aver tirato fuori il meglio di me. E poi è vero che in Italia e in Brasile si vive il calcio allo stesso modo. Per me quella da voi è stata una grande favola“.

Egle Patané