Yaya Touré è stanco e svela alcuni retroscena sulla gestione di Pep Guardiola del Manchester City. Le accuse rivoltegli dal giocatore sono molto pesanti

In questa stagione il Manchester City ha battuto ogni record possibile sotto la guida di Pep Guardiola. Tutti hanno elogiato il tecnico, tranne uno: Yaya Touré,  giocatore del City, protagonista delle passate stagioni.

Il centrocampista ivoriano ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese France Football in cui si scaglia contro l’allenatore e il titolo dell’articolo è chiaro e diretto: “Voglio essere colui che rompe il mito Guardiola”.
Le accuse rivolte al Mister sono pesanti e sono legate al colore della pelle.

Ho cercato di capire perché ce l’avesse con me, ma non sono riuscito a darmi una spiegazione. Ho persino chiesto le mie statistiche ai preparatori atletici e quando ho capito che erano più o meno buone, sia in allenamento che in partita, come quelli che giocavano ed erano più giovani di me, ho capito che non era questione di livello fisico. Avevo l’impressione che fosse geloso di me, mi aveva preso per un rivale, come se gli avessi fatto un po’ d’ombra” – spiega l’ivoriano.

“Era crudele, è come se avesse cercato in ogni modo di rovinare la mia ultima stagione al City. Al Barcellona avrebbe mai potuto trattare così uno come Iniesta? Così ho iniziato a chiedermi se il problema non fosse il colore della mia pelle. Non sono stato l’unico a cui è sorto questo dubbio, anche al Barça più di qualcuno se lo era domandato”.

“Noi africani non siamo trattati come gli altri da Guardiola, ho visto questo suo atteggiamento ovunque sia andato ad allenare. Fa finta di non avere problemi con i giocatori di colore, non cade nella trappola perché è troppo intelligente e non lo riconoscerà mai. Quando allenerà una squadra con cinque africani non nazionalizzati, gli manderò una torta” conclude il classe ’83.

Sono stati solo 228 i minuti giocati da Touré in questa stagione, chiudendo per la prima volta l’anno senza reti.

Aurora Levati