Lo chiamavano il Giaguaro per la spettacolarità dei suoi voli acrobatici nel difendere la porta dai tiri degli avversari.

Luciano Castellini rimane per chi ha vissuto il calcio degli anni ’70 e ’80 il portiere che con il Toro ha vinto lo scudetto del 1976 e ancora prima, nel 1971, la Coppa Italia; lo stesso che ha militato nel Napoli di Maradona, dal 1978 al 1985, stabilendo con i partenopei il record di imbattibilità interna per un portiere di Serie A (di ben 1188 minuti).

Sempre a proposito di record, condiviso con Ferrara e De Sisti, quello cioè di aver giocato oltre 200 partite di Serie A indossando la maglia Granata (201 presenze) e altrettante con quella azzurra (202 presenze).

Nato a Milano nel 1945, Castellini è cresciuto calcisticamente parlando nel Monza e soprattutto con un’inossidabile fede interista tanto che da ragazzo è stato vicepresidente dell’Inter Club di Menaggio, paese dove viveva.

Curiosamente nei nerazzurri come calciatore non è mai arrivato ma è diventato, una volta appesi gli scarpini al chiodo, allenatore dei portieri del club.

E’ il 1970 quando Castellini viene reclutato dal Torino e gioca da titolare sin da subito; in otto stagioni colleziona 264 presenze.

Nel 1978 da l’addio ai Granata (non senza una certa sofferenza) e viene acquistato dal Napoli e anche qui Luciano viene accolto molto bene; in un’intervista tempo fa Castellini ha ricordato che la tifoseria lo amava particolarmente per la sua umiltà: “Se sbagliavo lo dicevo”.  Con il Napoli il suo anno d’oro sarà il 1983 quando praticamente per quasi l’intero calendario la sua rete rimane inviolata sino al gennaio dell’anno successivo: sarà Michel Platini, le roi bianconero, a sconfiggere il Giaguaro dopo i già citati 1188 minuti di imbattibilità. 

Nel 1988 Castellini viene chiamato dall’Inter per occuparsi degli estremi difensori, tra giovanili e prima squadra, un arruolamento il suo dovuto non solo alle indubbie qualità e conoscenze tecniche ma anche alla sua particolare umanità. Nella sua esperienza nerazzurra è stato spesso portato ad esempio come tecnico  capace di insegnare ed educare anche allo spirito di sacrificio insito nello sport. 

Sotto il suo occhio esperto sono passati nomi come Walter Zenga, Francesco Toldo, Gianluca Pagliuca, Sebastien Frey.

In alcune occasioni Castellini è stato reclutato anche sulla panchina della prima squadra: nel 1997, dopo le dimissioni di Roy Hodgson (Castellini ottenne quattro punti in due match, tra l’altro sconfiggendo il Napoli) e nel 1999 dopo l’esonero di Mircea Lucescu.

 

Silvia Sanmory
(immagini tratte da wikipedia, toronews)