L’attesa è finita, finalmente Ronaldo in campo sabato scorso:  il portoghese ha debuttato ufficialmente con la sua esplosiva Juventus  in quel di Verona, in una partita combattuta e vinta fino all’ultimo respiro e alla fine con un portiere all’ospedale.

Una finale di Champions League? No … L’ “Effetto Ronaldo”.

Il Campione ha esordito nella nostra Serie A  senza strafare, senza mettersi eccessivamente in mostra, ha effettuato una buona prestazione considerato il marasma generale in cui la sua squadra si e’ suo malgrado riversata.

La Juventus – troppo sicura di vincere –  e’ stata recuperata due  volte da un avversario che per orgoglio voleva fare bella figura davanti al giocatore  piu’ forte del mondo; ammetto che vi sia riuscita almeno in parte, complice altresì un arbitraggio particolarmente accomodante.


La Juve  deve ancora metabolizzare la presenza di Cristiano:  Allegri dovra’ formare un gruppo intorno a lui atto a supportarlo e a passargli la palla quando la chiede, mettendo in previsione che ad ogni partita ci sarà  un commando di difensori su di lui.
Non aspettiamoci che un giocatore, la cui differenza è talmente inavvicinabile, si adatti agli  altri: casomai sara’ viceversa e capisco che ad alcuni possa anche non piacere ma la realta’ e’ questa,  quindi suggerirei ai ragazzi di aprofittare   di questa permanenza per crescere e migliorarsi. Mi rivolgo soprattutto a Dybala, l’argentino non piu’ troppo preso di mira dai  difensori ha conquistato un terreno di manovra piu’ ampio, con maggiori possibilità di essere piu’ incisivo quindi determinante.

Non vorrei piu’ vedere Cuadrado che fa quello che vuole, Khedira che compare e scompare come il fantasma di Amleto, Dybala che non sa che cosa fare, e – ultimo ma non meno importante – Bernardeschi che perde la pazienza rischiando un’ espulsione.


Ovvio che la  squadra sia stata assemblata da poco,  una presenza come quella di Ronaldo non puo’ passare inosservata: un professionista serissimo, che si allena ad altissimi livelli e con una precisione allo spasimo, fisiologicamente crea un po’ di destabilizzazione nello spogliatoio.  Tutto sommato però il giocatore pare molto educato e di buon carattere,  e  – sempre “pare” –  sappia farsi voler bene evitando modalità da divo.
Quindi piu’ che positivo il primo impatto con questo fenomeno: il 2018 -19 si preannuncia una stagione in cui ci divertiremo soprattutto a parlare e se ben gestito fara’ crescere la qualita’ del calcio italiano, diventato un po’ la Cenerentola d’Europa.

Ci auguriamo sin da sabato in casa allo Stadium, dove la sua nuova gente attende di vederlo all’opera.

Cinzia Fresia

(immagine copertina ansa)