Di Robert Lewandowski sappiamo tanto: che è straordinariamente prolifico sotto porta, che ha segnato fino ad oggi 55 reti con la maglia della Polonia per un totale del 57% delle reti realizzate dalla sua Nazionale. Sappiamo persino che immediatamente dopo le qualificazioni per Russia 2018 si è laureato con una atipica tesi tutta autoreferenziale, con argomento la sua stessa vita.

Pochi, forse, si soffermano sul fatto che questo strepitoso attaccante nel 2005 ha perso il suo primo tifoso, suo padre Krysztof, stroncato da un ictus dopo una lunga malattia: un padre che già dalla nascita di suo figlio guardava avanti e, con la speranza che potesse un giorno essere famoso fuori dalla Polonia, aveva scelto il nome Robert affinché non fosse troppo pieno di consonanti e di difficile pronuncia. Il Capitano polacco avrebbe esordito due anni dopo il decesso, nella stessa squadra di serie B per la quale anche il papà aveva militato – oltre a essere un campione di judo.

Oggi Robert Lewandowski sta per debuttare nella competizione più ambita di tutte per un calciatore e sa che suo padre dell’alto lo aspetta per godersi lo spettacolo:  magari anche un gol del talentuoso figlio, uno dei più forti in assoluto nella storia del calcio polacco, come ben aveva intuito papà. Se dovesse accadere, sicuramente l’attaccante gli riserverebbe la prima speciale dedica, come ha sempre fatto, con quell’ esultanza tipica – la vediamo sempre anche in Serie A con  Paulo Dybala, anche lui orfano di padre – che punta le dita al cielo.

“Avrei desiderato seguisse tutte le mie partite” :un rimpianto, forse uno dei pochissimi, per un uomo che sta realizzando veramente tanti  record nella sua carriera da giocatore.

Daniela Russo