Spagna 2004: la Nazionale francese incontra quella spagnola in un match che passerà alla cronaca mondiale non per l’esito sportivo ma per un episodio deplorevole.

L’allenatore della squadra iberica, Aragonés, apostrofa con un epiteto razzista un attaccante della Francia, dandogli del “negro di m.”.

Il nome del calciatore, star indiscussa del pallone, diventa così noto anche a chi non segue il calcio e il calciatore diventerà in seguito portabandiera, insieme ad altri calciatori,  di un progetto per promuovere la lotta a simili fenomeni di intolleranza.

Il calciatore in questione è Thierry Henry, uno dei più forti attaccanti della storia del calcio, vincitore nel 1998 con la Nazionale francese dei Mondiali e del successivo Campionato europeo; considerato uno dei più prolifici goleador della sua epoca, incisivo soprattutto in situazioni di “uno a uno” poiché capace di dribbling incredibili e formidabile  assist man.

Ha vinto nella sua carriera quattro titoli individuali di capocannoniere in Premier League e due Scarpe d’Oro.

Il potenziale di questo fuoriclasse, originario delle Piccole Antille ma cresciuto a Parigi, si era già intravisto quando, a soli sette anni, viene selezionato da un club locale; a tredici anni, nel 1990, un osservatore del Monaco – impressionato da una partita nella quale Thierry segna sei reti di fila – gli offre l’ingresso nel blasonato Club senza provino iniziale. 

Debutterà da professionista dopo le Giovanili, nel 1994,come ala sinistra, ruolo che conserverà anche alla Juventus.

A Torino arriva nel 1999, acquistato da Moggi per sostituire l’infortunato Del Piero ad una cifra record per l’epoca, una delle più alte mai pagate per un calciatore francese, l’equivalente degli attuali 11,5 milioni di euro.

Con la maglia bianconera Henry disputa buone partite ma la svolta della sua carriera avverrà nel 2000 con il trasferimento all’Arsenal, fortemente voluto da Wenger che già lo aveva allenato ai tempi di Monaco.

Proprio con l’Arsenal (dove verrà utilizzato immediatamente come attaccante puro e mai scelta fu così lungimirante) Thierry si confermerà uno dei migliori calciatori al mondo il cui estro creativo, unito alle capacità tecniche, ne faranno l’uomo simbolo del club.

Dopo un periodo un pò difficile di adattamento si consacra come cannoniere esperto, dai gol spettacolari. Con l’Arsenal è stato primatista di presenze e di reti nelle competizioni Uefa per club, ha totalizzato 228 reti e vinto tra l’altro due Premier League.

Dati alla mano, con i Gunners è stato il miglior realizzatore della storia del club londinese.

Nel 2007 Henry arriva al Barcellona, con un contratto quadriennale; con la maglia blaugrana ha vinto la Uefa Champions League nel 2009 e la Coppa del Mondo per club Fifa l’anno successivo.

 

Un campione in campo votato all’attacco che ha dimostrato doti anche dal punto di vista umano: ad esempio in occasione dei Mondiali del 2002 e del 2006 ha prestato il suo volto ad una serie di spot televisivi a favore dell’Unicef promuovendo un messaggio positivo sul rapporto che lega lo sport ai bambini.

Per quanto riguarda invece il già citato progetto contro l’intolleranza, con la campagna “Stand Up, Speak Up”, Henry insieme ai giocatori che ne fanno parte raccoglie fondi per sostenere le organizzazioni che combattono il razzismo.