Curiosità sui nomi dei club italiani di Serie A

ATALANTA – la Dea o orobici

Il primo soprannome si rifà alla figura mitologica di Atalanta a cui il club è intitolato, nonostante ella sia un’eroina e non una dea.

Orobici poiché l’Orobia è la zona della Lombardia in cui si trova Bergamo.

BENEVENTO – le streghe o gli stregoni

La strega infatti è proprio il simbolo del club e della stessa città campana, che tiene tanto a questa tradizione folkloristica.

BOLOGNA – Petroniani o Felsinei

I petroniani sono proprio gli abitanti di Bologna, il cui patrono è san Petronio.

Mentre Felsina è il modo in cui gli Etruschi chiamavano la città di Bologna.

CHIEVO – Clivensi, squadra della diga o mussi volanti

Clivensi perché letteralmente vuol dire abitanti di Chievo, una frazione di Verona.

Il riferimento alla diga è dovuto proprio ad una costruzione sul fiume Adige nella zona di Chievo.

Mussi volanti, ovvero asini che volano, è un soprannome inizialmente attribuito sarcasticamente dai cugini dell’Hellas nel 2001.

CROTONE – Squali o pitagorici

Lo squalo è da sempre il simbolo principale della società, mentre il secondo soprannome è dedicato al filosofo Pitagora che fondò la sua scuola proprio nella città calabrese.

FIORENTINA – Gigliati

Il simbolo della Fiorentina è da sempre il giglio, attribuito alla città di Firenze da tempi antichissimi. Comparve per la prima volta nel Medioevo nello stendardo di un duca toscano.

GENOA – Grifoni, Zena o vecchio balordo

Anche qui il grifone è il simbolo tipico del club; “Zena” è il modo di pronunciare Genova in dialetto ligure, mentre invece vecchio balordo è uno dei numerosi soprannomi coniati affettuosamente dal giornalista e tifoso genoano Gianni Brera.

INTER – Beneamata, biscione o bauscia

Beneamata è un altro degli eclettici soprannomi di Gianni Brera; biscione perché il simbolo che è stato poi associato all’Inter è quello di un serpente mentre bauscia è di matrice milanista, infatti in dialetto lombardo vuol dire “sbruffoni”.

JUVENTUS – Vecchia signora, zebre, madama, la goeba o fidanzata d’Italia

La Juventus è una delle squadre italiane più antiche, fondata nel 1897, e da qui prende il nome di Vecchia Signora. Quest’ultima parola si può tradurre in dialetto torinese anche come “madama” o “goeba”, che poi è stato ripreso come assonanza anche dagli avversari per definire gobbi gli juventini.

È chiamata invece la “fidanzata d’Italia” perché i suoi tifosi sono numerosissimi e sparsi in tutta la penisola.

La zebra infine è divenuto simbolo del club poiché ne riprende i colori.

LAZIO – Aquile

C’è ben poco da spiegare: il simbolo per eccellenza della Lazio è proprio l’aquila.

MILAN – Meneghini, casciavìt o diavoli

Il primo appellativo è dovuto alla maschera teatrale tipica – Meneghino – da sempre associata alla città di Milano.

In dialetto milanese sono anche chiamati “cacciaviti” perché anticamente la parte più intensa della tifoseria rossonera era composta da operai. Il diavolo è poi divenuto il simbolo del club grazie anche ad Herbert Kilpin, che proprio per questo scelse il rosso e il nero come colori sociali.

NAPOLI – Partenopei

L’appellativo viene dal nome di Partenope, la sirena che secondo la leggenda greca avrebbe fondato Napoli.

ROMA – Maggica, lupa o capitolini

Non magica, ma maggica, con la doppia consonante, com’è tipico del dialetto romanesco che vuole celebrare la squadra giallorossa.

Anche qui la lupa è il simbolo per eccellenza della squadra e in primis della città (dalla leggenda di Romolo e Remo allattati dalla lupa) e capitolini perché sono appunto abitanti della Capitale per antonomasia: Roma.

SAMPDORIA – Doriani o blucerchiati

L’aggettivo o sostantivo “doriano” si riferisce unicamente ad un tifoso/giocatore della Samp da quando la squadra si è unita con quella dell’Andrea “Doria”. Blucerchiati a causa delle tipiche strisce blu sulla maglia da gioco.

SASSUOLO – Sasôl

È semplicemente il nome della città emiliana in dialetto modenese.

SPAL – Estensi

Così definiti perché quando Ferrara era un ducato fu governata dalla potente famiglia d’Este.

TORINO – Granata o toro

I due soprannomi vengono dal colore tipico della squadra e dall’animale simbolo del club: il toro.

UDINESE – Friuliani, Udin o zebrette

Il primo soprannome deriva ovviamente dalla regione che ospita la città di Udine, ovvero il Friuli Venezia Giulia.

Udin è il nome della città nel dialetto locale mentre, proprio come per la Juve, la zebra riprende i colori della squadra e in passato compariva anche sul suo stemma.

VERONA – Scaligeri o mastini

Scaligero è letteralmente colui che appartiene alla famiglia Della Scala, nobile casata che governò a lungo su Verona. Due possenti mastini sono invece ricamati sullo stemma dell’Hellas e da qui proviene il soprannome.

 

Federica Vitali