Tante sarebbero le cose da dire dopo Inter-Juve e dopo la bruciante resa della Vecchia Signora.

Tuttavia, quelle più importanti sono racchiuse nelle poche ma pesanti parole di Giorgio Chiellini:

Gli anni passano in tutto e per tutto, i cicli a volte finiscono. Stiamo cercando in tutti i modi di farlo continuare e riuscire a arrivare al decimo di fila. Non è facile, ci stiamo provando, abbiamo avuto due black out e li abbiamo pagati.

L’opinione comune, dopo aver ascoltato il Capitano della Juventus, è che queste frasi suonino come una resa da parte di tutti in casa bianconera.

Una consapevolezza amara ma lucida: l’incredibile  dominio della Juventus in Italia negli ultimi dieci anni è arrivato alla fine al capolinea.

Chiellini
Fonte immagine pagina Twitter Goal.com

Qualcuno ha storto il naso davanti alla dichiarazione del numero 3 della Juve; quasi come se Chieliini autorizzasse i suoi a mollare, li invitasse a arrendersi. Parole che non sono ammesse da un Capitano, si è detto.

Pur non essendo una sostenitrice di Chiellini comunicatore, trovo invece che l’onestà con cui il difensore bianconero abbia esposto i fatti sia lodevole.

Sentenziare di qualcosa che non esiste per poi essere puntualmente smentiti in campo è cosa ridicola.

Chiellini ha voluto molto onestamente sottolineare che certe cose, per natura, sono inevitabili.

Trovo molto più plausibili le sue parole che quelle di Andrea Agnelli che continua a sbandierare a tutti la sua voglia di “decimo di fila” senza far poi nulla di concreto per arrivarci, a quel decimo.

Certo, ci sarebbe poi da chiedersi quale parte di responsabilità abbia Chiellini in questo declino, ma questo è un altro capitolo.

A mio modo di vedere, questa resa, implicita nel discorso del Capitano, è una resa necessaria.

Una sconfitta in questa stagione non può che essere terapeutica in casa Juventus. Anzi, arriverebbe anche troppo tardi. 

Tardi,  sì: perché nel mentre che gli scudetti arrivavano, con sempre maggiore difficoltà, chi doveva progettare il futuro ha vivacchiato, campando di una politica alla giornata, del “prendo Ronaldo perché è un colpo” ma solo a livello di marketing.

Chi doveva progettare ha realmente pensato che questo ciclo perseverasse per inerzia, senza tener conto che gli avversari nel frattempo non sarebbero stati a guardare.

Chi doveva progettare ha letteralmente dilapidato un gap che solo tre anni fa sembrava incolmabile. E continua a parlare di “rosa competitiva”.

Chi doveva progettare ha affidato la squadra a qualcuno che fa fatica a capire anche cosa stia accadendo in campo ( mi perdoni Pirlo, niente di personale: solo evidenza).

E allora ben vengano resa e sconfitta: ma solo se servono a sradicare, a ripulire, a liberarsi del vecchio ( Chiellini compreso!) e dare spazio al nuovo. A mettere da parte chi di calcio non sa e chi non sa vendere: insomma, a fare tabula rasa.

Non illudiamoci: non basterà questa sola stagione.

I danni sono troppo e ripararli occorre tempo.

Da qualche parte si dovrà pur cominciare, comunque.

Hai ragione Giorgio, i cicli finiscono: e meno male, aggiungerei.

 

Daniela Russo