I tifosi della Lazio rompono il silenzio e, come hanno fatto anche i cugini della Roma nelle scorse settimane, esplodono davanti al proprio campo d’allenamento. Durissima la contestazione andata in scena questa mattina al centro sportivo di Formello: davanti alla cancellata principale sono stati depositati sacchi di letame accompagnati da striscioni eloquenti: “Squadra nella m.. Volete farci affogare ma prima ve la facciamo mangiare. Lotito te stai a magna tutto, magnate pure questa”.

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L’oggetto della contestazione è la squadra ma soprattutto lui e sempre solo lui, il nemico giurato della tifoseria laziale da praticamente l’inizio della sua gestione: il presidente Claudio Lotito. Un uomo solo, sempre più solo e accerchiato all’interno del suo regno sotto assedio. Vale per la Lazio, come per la Lega di Serie A e la Federcalcio.

Nessuno si fida più di Lotito sia nei palazzi del potere sia all’interno dell’ambiente biancoceleste. E come sempre avviene, da anni, sono bastati pochi passi falsi in campionato per accendere nuovamente il fuoco della contestazione e per svuotare lo stadio Olimpico. Viene chiesto al presidente il famoso passo indietro visto che il salto di qualità non ha mai avuto intenzione di farlo e, anzi, ha affossato uno dei più antichi club d’Italia indirizzandolo verso una sempre più orrenda mediocrità. La Lazio è dodicesima in classifica e le squadre che le sono dietro non hanno nulla da invidiarle; inutile dare le colpe a Pioli o a Candreva o a Marchetti o a chi per loro. Sicuramente in campo i giocatori non stanno onorando la maglia, ma tutto questo parte da molto lontano: dalla mancanza di un progetto, dalla mancanza di mercato e dalla tendenza sempre più pericolosa ad affidarsi al Fato.

La Lazio sta andando male ma non finirà in B: alla fine infilerà una serie di vittorie e riuscirà a risalire la classifica. E allora tutti si dimenticheranno di questo momento orribile e si accontenteranno della mediocrità perché sarà sempre meglio che retrocedere. Non siamo veggenti, ma sappiamo bene che va così da anni salvo stagioni in cui il vento a un certo punto ha girato a favore (complice anche il basso livello del campionato italiano).

Questo il comunicato della Curva Nord, che da questo momento in poi farà il tifo soltanto in trasferta:

“La situazione insostenibile che stiamo vivendo ha dei responsabili ben precisi, mentre le conseguenze le subiscono, da sempre, i tifosi. Prima di tutto la società, figlia di un presidente che si permette di insultare non gli ultras ma tutto il popolo laziale e che, regolarmente, disattende il promesso salto di qualità. Dopo undici anni possiamo affermare, con assoluta certezza, che dietro questo comportamento c’è un presidente in malafede che merita di restare solo. Al secondo posto la squadra colpevole, oltre che di scarso impegno, di non essersi mai schierata al fianco di una tifoseria colpita da una repressione senza precedenti. Tifoseria che, durante tutta la scorsa stagione, le era stata vicino dentro e fuori lo stadio. Inoltre abbiamo dovuto ascoltare, dopo sei mesi di silenzio e indifferenza, un nostro giocatore lamentarsi della scarsa affluenza di pubblico, come se vivesse su un altro pianeta, mentre il capitano della Juventus, Gigi Buffon, manifestava solidarietà e vicinanza ai tifosi della Lazio per la situazione che stanno vivendo. Per quanto riguarda il mister ci dispiace vederlo protagonista di un film, purtroppo, già visto. Ennesima vittima sacrificale usata per nascondere le nefandezze altrui. Dignità e amore non vanno mai calpestate, insultate e ingannate. Dal canto nostro continueremo a tifare, soltanto in trasferta, per la nostra gente e per la nostra maglia, consapevoli, comunque, che chi la indossa non merita l’affetto di questo meraviglioso popolo”.

 

Elisa Ferro Luzzi