Solo due reti finora in campionato ma un gran lavoro al servizio di tutta la squadra: una chioccia per il giovane talento ex Inter e diciamolo, una sicurezza per i compagni.

Eccolo Dzeko, fin troppo bistrattato per questo suo ruolo di attaccante che sembra ancorato solo al numero di realizzazioni piuttosto che alla maestria dei suoi movimenti: si porta a spasso Rincon e N’Kolou che non capiscono bene la sua posizione in mezzo al campo, serve Zaniolo in un eccesso di generosità e ripulisce palloni in area. C’è chi è sempre pronto a sottovalutarlo, in realtà è sempre allerta.

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In un momento d’oro per il classe 1999 passa fortunatamente in secondo piano, lasciando oneri ed onori al giovane ex Inter che strega ormai da qualche partita pubblico ed avversari; è suo il gol che viola la porta granata dopo 15′, un’evoluzione da grande scuola, una giocata di gran classe in mezzo a tre avversari che nulla possono contro la sua superiorità.

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Diversi sono i protagonisti che mettono il sigillo su questo match: Roma -Torino dà il via al girone di ritorno, lanciando segnali positivi sulla sponda giallorossa.
Una vittoria tanto meritata quanto sofferta quella che gli uomini di Di Francesco hanno confezionato nei 90′ e più a loro disposizione, una partita a tratti dominata a tratti combattuta ma finalmente gestita con intelligenza.

Tante le sorprese nella formazione giallorossa macchiata ancora una volta dalle troppe assenze: che, forse, hanno dato modo di scoprire i nuovi talenti tenuti nascosti fino ad ora.
Dopo le sorprese di Lorenzo Pellegrini e Niccolò Zaniolo, che nei loro rispettivi ruoli stanno dando più di una conferma, a raggiungere il livello di forma sperato si aggiungono Cristante, Karsdorp e Schick. Il match contro l’Entella aveva già fatto suonare qualche campana ma si sa, l’euforia e la voglia di riscatto in una stagione piuttosto deludente avevano comunque virato verso una più pacata aderenza alla realtà.
Il Toro di Mazzarri arriva all’Olimpico imbattuto fuori casa, con qualche defezione ma pur sempre in assetto battagliero; un 4-3-3 dove sono Belotti e Iago Falque a gestire le ripartenze, un bell’ingranaggio grazie anche agli inserimenti di Ansaldi e Rincon, presto vanificato da una Roma nettamente superiore nel primo tempo.

 

La prova del nove per Karsdorp arriva proprio stasera. Già in Coppa Italia aveva rischiato di prendersi troppi complimenti, una cautela ripagata questa sera quando a farla da padrone sulla fascia al fianco di Manolas, il Mister decide di schierare l’olandese che mette cuore e corsa, tecnica e tattica tanto da ritrovarsi all’80’ quasi senza un polmone, ma regalando la consapevolezza di aver finalmente ritrovato un giocatore ormai dato per disperso nelle coltivazioni di Trigoria.
Il lavoro paga e la pazienza è una gran virtù, con il rientro di Manolas il reparto difensivo può permettersi il lusso di lasciare a briglia sciolta anche Kolarov, orfano del suo Alter Ego Perotti, trova una buona intesa anche con El Shaarawy, – subentrato dopo solo 6′ ad Under, out per infortunio.  Il serbo spinge e crea occasioni, realizza il rigore concesso alla Roma  e funge da metronomo tra i reparti. L’aiuto arriva anche dal centrocampo, dove  Lorenzo Pellegrini e Cristante aggrediscono senza forzare le linee granata, tanto da permettere alla Roma di sviluppare un gioco verticale mantenendo un baricentro altissimo.
L’ex Atalanta è un’altra delle conferme a cui si riferiva Di Francesco, le qualità cominciano ad affiorare con la continuità, una grande verità troppo spesso sottovalutata in ambito calcistico.

In conferenza stampa il Mister parlerà del suo presente, del suo “piacevole imbarazzo” nel dover prima o poi scegliere i protagonisti da schierare in campo con il rientro degli assenti, in particolar modo a centrocampo. Niente mano dal mercato, se non per occasioni e saldi di fine stagione…

Se dovesse continuare su questa linea, al netto delle cessioni questa Roma potrebbe davvero puntare ai suoi obbiettivi stagionali.

Il quarto posto sembra più vicino: si guarda già con curiosità a Lazio e Milan; la Coppa Italia ed un buon piazzamento in Champions sarebbero auspicabili: si sà, la Roma vive e si accende anche di questo.

Se nel primo tempo si è potuti godere di una Roma delle meraviglie, nel secondo – come tradizione degli ultimi anni – la magia scompare lasciando il posto ad un Toro pronto alla rimonta.

Fazio abbassa il ritmo e ritorna ad avere il timore di essere inadeguato, una trasformazione la sua che crea insicurezza ai compagni. Il Comandante che si cala nei panni nel suo sottoposto, una mutazione inspiegabile, tanto da avere qualche responsabilità sul gol di Rincon. Il 2-1 mette in crisi i giallorossi, la Roma si abbassa ed il Toro aggredisce con furia ed il gol del 2-2 arriva come una doccia fredda.
Gli uomini di Mazzarri vanno in progressione, “abbattendo” le linee romaniste con molta veemenza grazie alla fisicità di un Rincon che verrà però solo ammonito quasi sullo scadere. Edera e Zaza, subentrati a metà della ripresa, aggiungono freschezza e furbizia, i granata si fanno troppo spesso pericolosi e Kluivert sulla fascia propone giocate sterili e troppo artefatte, assoli che non producono gioco ma mandano in confusione i compagni.
Già in tempi non sospetti il Tecnico giallorosso escluse dai titolari il giovane olandese, proprio per il suo atteggiamento impertinente in mezzo al campo:  umiltà ed impegno, nomi e blasoni restano in panchina…

Prevedo un altro un periodo di decantazione.

Dentro Schick.

 

La Presse

Nella giostra degli attaccanti pare che alla fine i due contendenti riescano a convivere sullo stesso rettangolo di gioco: segnali incoraggianti e diversi passi da gigante per il Tecnico che dimostra ancora una volta di essere un grande allenatore, un padre ed un mentore per i suoi giocatori.
Il gol del tre a due arriva da un’intesa tra il giocatore ceco ed il Faraone, un gol meritato che porta la Roma alla vittoria non senza subire l’assedio granata fino al triplice fischio.
Giocatori in ginocchio, stanchi ma soddisfatti; qualche pasticca di Maalox per gli spettatori paganti.

La Roma vince un avversario ostico e ben strutturato, per le certezze ci sarà tempo.

Laura Tarani