Suso, la triste parabola del miglior assistman della Serie A

Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre, meglio conosciuto come Suso, è l’uomo Milan più discusso di questi primi mesi di campionato.

Le abilità dello spagnolo sono note.
In passato, l’8 rossonero si è distinto per le sue qualità e in molte occasioni è stato trascinatore e delizia di una squadra che vive anni di difficoltà. Basti pensare che per gran parte della stagione scorsa è stato lui a tenere a galla il Milan: circa un anno fa parlavamo di lui come miglior assistman della Serie A e secondo in Europa.

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Forse è proprio questo che indispone… la consapevolezza di avere in rosa un giocatore di livello che però, mai come in questo inizio di stagione, sta sfoderando prestazioni molto al di sotto del suo potenziale e sta scendendo in campo con un atteggiamento a dir poco svogliato. A riprova di ciò è significativa l’immagine del centrocampista che assiste al rigore di Babacar -respinto da Donnarumma- stando a guardare con le mani sui fianchi.

Suso si è via via appannato e così, se guardiamo le ultime 32 gare disputate, i suoi numeri sono impietosi: appena 3 gol e 3 assist.

Nonostante ciò, lo spagnolo sembra essere intoccabile per gli allenatori: con Brocchi, Montella, Gattuso, Giampaolo e adesso con Pioli, ha sempre goduto della massima fiducia ed è sempre stato schierato titolare tanto da indurre i vari tecnici ad adattare il modulo pur di averlo in campo.

Pensare che questa estate era in procinto di essere ceduto salvo poi essere blindato dal neo tecnico Giampaolo: “E’ un fuoriclasse, un giocatore forte. E noi dobbiamo tenere i giocatori forti.” Peccato che poi, il progetto Giampaolo non è decollato e lo stesso giocatore non ha mai inciso da fuoriclasse, nè nella posizione di trequartista nè da esterno di destra. 

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(getty images)

Suso oggi per il Milan non rappresenta un’arma in più bensì un grave problema tecnico, tattico, di atteggiamento ma anche ambientale.

La sua inamovibilità, il suo condizionare la squadra a giocare per lui (e non viceversa), la sua discontinuità e il suo essere passivo generano l’insofferenza dei tifosi.

Suso non è più un giocatore decisivo, non fornisce assist, sbaglia anche le cose più semplici e, in questo momento in cui i rossoneri distano soli 3 punti dalla zona retrocessione, non c’è spazio per esperimenti e per aver pazienza.

Certo,  la crisi del Milan non è tutta riconducibile allo spagnolo ma da uno come lui è lecito aspettarsi di più.

Il Diavolo in questo momento ha assoluto bisogno di uomini motivati e di carattere più che di tecnica e qualità e soprattutto ha bisogno di giocatori attaccati alla maglia.

Tutto ciò deve per forza portare Pioli ma anche la Società a delle riflessioni.