La Juve lancia la prima campagna abbonamenti d’élite nella storia del calcio italiano. D’altronde si sa, il club bianconero nel marketing in Italia è avanti rispetto agli altri!

La campagna abbonamenti partirà il 4 luglio e, attraverso i propri canali ufficiali, la Società ha diramato i dettagli sul rinnovo degli abbonamenti per la stagione 2018/19: sarà una campagna abbonamenti per pochi

Si va dai 595,00 (perchè 600 sembrava troppo esagerato) per una curva, ai 2055,00 per la tribuna, cifre che non tengono in considerazione del contesto socio economico del nostro Paese e che, cosa ancor più grave, calpestano la passione e il senso stesso del calcio, del tifo.

Queste cifre umiliano i tifosi – che ricordiamo essere il vero cuore pulsante del calcio -, li trasforma in numeri e li relega a meri clienti dinanzi a una scelta e a un sacrificio economico non da poco.
Non considerano la miriade di bianconeri che si muove da regioni lontane nè tantomeno di quanti seguono e sostengono la squadra in trasferta.
Offendono una tifoseria che ancora sogna una Coppa, ma che per amore di due colori ha accettato scelte (come gli aumenti degli abbonamenti presentati di anno in anno, la sottrazione da esso di una gara di Tim Cup, ma anche le cessioni dolorose e le bandiere messe alla porta), si è affidata a una famiglia e in tante occasioni ha applaudito quando poteva fischiare piegandosi all’idea che “per lo spettacolo si va al circo” (come dichiarato dallo stesso allenatore bianconero).

Ebbene, sia chiaro, a certe cifre, lo spettacolo dovrebbe essere garantito (magari preteso) così come dovrebbe essere più agevole utilizzare un bene così prezioso a propria utilità, senza i numerosi paletti imposti per la cessione e i cambi nominativi. E, se proprio dobbiamo essere pignoli, è bene far sapere che nel tanto decantato stadio all’avanguardia, gli utenti della ‘curva dei ricchi’, in caso di pioggia non sono protetti e in caso di chiusura ingiusta del settore per una o più gare, non otterranno alcun rimborso.

C’è da aggiungere, inoltre, che si tratta dell‘ennesimo rincaro: in sette anni, dalla nascita dello Stadium ad oggi, non c’è stata una singola stagione senza un considerevole aumento dei prezzi.
Quest’anno il rincaro medio è del 30%, che causa circa un raddoppio dei costi per i tifosi rispetto al 2011.


Sui social, i tifosii poveracci – hanno immediatamente polemizzato di fronte a cifre che, nella migliore delle ipotesi superano quelle che sono spendibili per un affitto di casa e rappresentano la metà di uno stipendio medio.

Gli Ultras della Curva Scirea hanno emanato un comunicato:

Comunicato dei Drughi

A Torino sono apparsi striscioni e scritte di contestazione:


I paragoni con i costi degli abbonamenti di squadre europee, udite udite, non reggono per due ragioni:

1.  la nostra Bell’Italia ha stipendi e redditi più bassi dell’intero continente e, nello specifico, dei paesi ai quali appartengono i maggiori campionati europei; l’unico paragone potrebbe regge con la Spagna ma…

2.  i costi degli abbonamenti di alcuni top club europei sono inferiori e non di poco: circa 200€ il costo dell’abbonamento nella curva del Barcellona; per vedere tutte le partite casalinghe dei bavaresi nella prossima Bundesliga bisogna pagare appena 140 € nel settore popolare, e poco più dei medesimi 200€ occorrono per abbonarsi al Santiago Bernabeu.

Nel 2011, il motto per l’inaugurazione dell’impianto bianconero recitava Lo stadio che cambia il calcio ebbene, il cambiamento si sta completando trasformando quella passione per tutti (anche delle classi popolari) in un lusso per pochi.

Cerimonia di inaguarzione (Juventus).Torino 8/9/2011 Stadio “Juventus stadium”.Football Calcio 2011/2012 Friendly match.Football Calcio Juventus Vs Notts County.Foto Insidefoto Alessandro Sabattini…

TV, MASSE POPOLARI E CALCIO: TUTTO HA UN SENSO

L’aumento del costo del ‘prodotto’ calcio è un fenomeno che comunque, nonostante quanto detto sopra, si registra da anni in tutto il continente, generando (per fortuna) l’ira di coloro che amano. Già perché, in passato, anche nel resto d’Europa, si sono registrate “sommosse popolari” dei tifosi contro l’aumento dei prezzi delle tessere che hanno, per fortuna, rallentato il processo di trasformazione del calcio a prodotto per pochi fortunati benestanti.

Da elitario a distrazione sociale

Il calcio nasce per un pubblico borghese e le prime proteste contro il caro-biglietti risalgono addirittura a fine Ottocento. Negli anni, sono stati predisposti i settori popolari: prima per motivi di ordine pubblico poi per inserire militanze politiche nelle curve e poi trasformando lo sport in mezzo di distrazione di massa (che ha però generato una passione e un clima che altri sport non hanno).

Il caro prezzi porta da una parte a vendere il “prodotto” a un’utenza borghese e dall’altra, non solo priva le massa popolari di un ‘salotto’ che rappresentava anche luogo di incontro e condivisione d’emozioni, ma le dirotta a usufruirne davanti alle tv (che come sappiamo sono parte integrante dell’impresa calcio).

Tutto torna, ma per il tifoso il calcio resta qualcosa che fa battere il cuore, al di là del portafoglio.

 

Caterina Autiero