Siamo nelle fasi finali di Juventus-Pescara, novembre 2016: la Signora ha già blindato con tranquillità il successo casalingo, Mario Mandzukic abbandona il terreno di gioco e lascia spazio a un ragazzino, accolto dallo Stadium con uno scroscio di applausi. Ha soltanto sedici anni e già esordisce in prima squadra, nella prima squadra dei campioni d’Italia. Suo fratello, sugli spalti, non riesce a trattenere le lacrime per l’emozione.

Moise Bioty Kean, classe 2000, attaccante della Primavera bianconera, è il primo in assoluto, del suo millennio, ad aver già disputato il campionato maggiore. Complici gli infortuni di Paulo Dybala prima, e Marko Pjaca poi, che hanno ridotto al minimo il reparto offensivo a disposizione di Massimiliano Allegri.

Piemontese doc, a dispetto del nome e del colore della pelle, ha sempre, sin da piccolo, giocato con ragazzi più grandi di lui. Merito delle sue doti naturali: altezza e muscolatura sono infatti superiori rispetto a quelle dei coetanei, e ne fanno una prima punta potente, fisica ma nel contempo veloce e dotata di tecnica, nonché di ottima capacità realizzativa: con la Primavera, nella stagione 2015/16, ha finalizzato 24 volte in 26 gare disputate. Ed è stato anche l’ultimo marcatore della scorsa stagione, quella della #leggenda: ha realizzato, infatti, la rete della vittoria nei minuti di recupero di Bologna-Juventus, giornata conclusiva della serie A.

Il giovanissimo attaccante ha appena rinnovato il contratto con la Vecchia Signora dopo un’accurata trattativa seguita del suo procuratore, Mino Raiola. Già. Uno dei numerosi motivi per i quali Moise Kean viene continuamente accostato a Mario Balotelli, insieme alla pelle scura, alcune dichiarazioni di simpatia verso Mario, e il carattere indubbiamente eccentrico che li accomuna. Noi preferiremmo lasciare da parte questo paragone: sappiamo bene quanto sia delicata la gestione di un talento in erba. Ci auguriamo, piuttosto, che la forza, la serietà di una società come la Juventus possano accompagnare al meglio il ragazzo nella sua crescita nel mondo del calcio.

Moise è attualmente partito in tournée per gli USA con la prima squadra e ha già avuto modo di mettersi in mostra. Spirito d’iniziativa, volontà di emergere, intraprendenza non gli mancano. Sono pregi caratteriali dovuti anche alla gioventù e assolutamente da sfruttare, ma da misurare, acquisendo la giusta dose di umiltà. Lo abbiamo visto, contro il PSG, procurarsi un rigore (e questo è certo un bene) ma anche aspettarsi di poter tirare lui al posto di Marchisio (questo invece è prematuro…troppo breve rischia d’essere il passo che separa l’autostima dalla presunzione…).

Kean, guerriero nel nome –riecheggiando un vecchio cartone animato- può, alla corte di Madama, diventare un guerriero di fatto. Forte, nobile, e al servizio della causa. Che, alla Juventus, vuol dire del gruppo. Può essere questo, invece, il passo che lo separerà, del tutto e in bene, da Mario Balotelli.

Daniela Russo