Se il calciomercato della Juventus fosse un romanzo sarebbe sicuramente giallo, un thriller di quelli che ti lasciano incollato allo schermo per sapere alla fine chi è l’assassino.

Protagonista assoluto Fabio Paratici, il discusso asso pigliatutto della Serie A, e co-protagonista Andrea Pirlo, neo  allenatore della prima squadra della Juventus.

Fonte immagine profilo Juventus FB

Un calciomercato – in apparenza – senza soldi, come annunciato dal grave passivo in bilancio di 80 milioni di euro, ma ricco di colpi di scena tra imminenti arrivi e rapide smentite.

Intanto la prima novità che ha caratterizzato la “spesa” della Juventus è proprio  l’ingaggio di  Pirlo, neo tecnico tesserato low cost, prelevato dall’Under 23:  percepirà un netto di 1.800.000 di euro netti all’anno più bonus, per un contratto biennale.
Risulta quindi tra i tecnici meno pagati in bianco nero.

La scelta sull’ex centrocampista bresciano è conseguenza degli onerosi esoneri dei colleghi Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, liquidati prima della scadenza di contratto e dei tanti – anzi troppi –  giocatori con ingaggi alti ma inoperosi.

“La Juve può contare su due squadre”: una favola tutta bianconera

Dall’altra parte era necessario un esaustivo mercato in entrata volto a rinfoltire una rosa conforme all’idea di squadra proposta dall’allenatore.

La società ha cominciato così un tourbillon di trattative il cui apice è stato il mancato arrivo dell’uruguagio Luis Suarez, uscente dal Barcellona.

Una vicenda al limite del paradossale,  fallita per colpa di disattenzioni varie e conclusasi con la spy story dell’indagine all’università degli Stranieri di Perugia.

La Juventus, raggiunto il limite degli extra comunitari in squadra dopo l’acquisto di Weston Mckennie e  Arthur Melo,  non poteva ingaggiare direttamente il bomber.

Suarez poteva ottenere la cittadinanza italiana tramite la moglie Sofia Balbi, figlia di un emigrato italiano a Montevideo. La donna, infatti,  è in possesso di un passaporto italiano.

Tuttavia, secondo le nuove disposizioni, il calciatore doveva sostenere un esame orale di italiano che in prima istanza risultava superato, prima dell’indagine aperta dalla Procura per sospetto di esame falsato.

In tutto questo, la Juve sembrava già aver rinunciato all’attaccante.

Contemporaneamente a Suarez, la Juventus era interessata a Edin Dzeko un partner ideale offensivo per Ronaldo,  affare praticamente fatto se non fosse intervenuta la questione Milik – ADL.

 Tra  vizi di forma,  dispetti e ripicche, la trattativa si blocca.

Paratici ricorre allora a quello che pare il piano C: Alvaro Morata, che ha accettato la  proposta  in poche ore,  felice di tornare a Torino.

Fonte immagine: profilo Juventus FB

Alla fine Morata può essere la pedina giusta per la squadra di Andrea Pirlo: è ancora giovane,  ha lavorato bene in bianconero , è amatissimo dai  tifosi nonché dai compagni che lo hanno riaccolto a braccia aperte.

Sempre in entrata, la Juventus aveva già acquistato il centrocampista Dejan Kulusevski, trattativa risolta ad inizio 2020 per 35 milioni di euro all’Atalanta.

Dejan rappresenta l’investimento più duttile della Juventus, il giocatore nasce come difensore ma viene riconvertito nel ruolo di centrocampista offensivo.

Per il centrocampo,  lo scambio Arthur – Pjanic –  che ha permesso una buona plusvalenza – e  il prestito di Weston Mckennie dallo Schalke (un corrispettivo di 4,5 milioni di euro con obbligo di riscatto a 18,5 milioni) sono le operazioni portate a termine.

Nonostante i fallimenti dei lunghissimi,  estenuanti  tiramolla interminabili riguardanti Suarez e Dzeko,  la Juventus può ritenersi alquanto soddisfatta del mercato in entrata.

Il reparto di centrocampo, come da necessità, è stato ringiovanito.

La Juventus sta attualmente trattando  Federico Chiesa, annoso sogno nel cassetto di Fabio Paratici.

Resta sempre in sospeso il destino di Dybala: le  parti fino ad ora non hanno ancora trovato l’accordo per il rinnovo.

Il  fantasma della cessione “salva debiti” aleggia nell’aria e preoccupa i tifosi sinceramente affezionati alla loro prodigiosa “Joya”, il cui talento creativo ha portato lo scudetto la scorsa stagione.

Ad amplificare tale preoccupazione è anche l’arrivo di Chiesa a Torino.
Un affare delle ultime ore (o forse no, dato che Paratici aveva da tempo  il calciatore figlio d’arte sul suo taccuino).
Chiesa lascia dunque Firenze grazie a un prestito biennale, con 3 milioni per la prima stagione, 7 per la seconda e diritto di riscatto a 40 più bonus. Il riscatto diventerà automatico al concretizzarsi di alcuni condizioni abbastanza facili (piazzamento della Juve nelle prime 4, 60% di presenze o 10 gol e 10 assist in due stagioni).

Resta a ogni modo carente il reparto degli esterni difensivi.

Se in entrata è andata abbastanza bene, non è così per il calciomercato in uscita.

Il parco giocatori destinato alla cessione interessa a pochi, andrebbe svenduto per motivi di età e condizioni fisiche non più competitive.

A parte l’accordo raggiunto con Blaise Matuidi (Inter Miami),  la società si è liberata del pesantissimo ingaggio di Gonzalo Higuain (sempre all’Inter Miami).

Gli altri movimenti in uscita sono prestiti e al massimo scambi salva plusvalenze. I prestiti di Rugani, De Sciglio e Douglas Costa, arrivati durante gli ultimi giorni di questa sessione di mercato, confermano le difficoltà a fare mercato in uscita.  

Resta, poi, ancora Khedira a gravare sul bilancio e  con un braccio di ferro che pare essere ancora lungo.

La media voto del calciomercato è tra un 6 in entrata (minimo indispensabile) e un 5 in uscita (società vittima dei rinnovi e degli ingaggi faraonici).

 

Cinzia Fresia