La Juventus accumula un passivo in bilancio dell’esercizio 2019-20 vicino ai 70 milioni.

Si tratta di una cifra piuttosto importante: per 20 milioni incide la mancata qualificazione in Champions League, tra diritti televisivi e premi UEFA.

Questi si assommano ai 50 milioni del  semestre precedente: il dato sarà ufficializzato durante la lettura del bilancio in fase di Consiglio di Amministrazione societario che avverà il prossimo 18 settembre.

Prima di quella data si  potrebbero trovare alcune compensazioni, ma  la cifra  resta questa.

Stadium
Immagine Twitter Calcio e Finanza

Cosa è successo alla gestione precedente per accumulare un debito così alto?

Non sarà semplice per l’organico della Juve giustificare una perdita imprevista  così ingente e fuori luogo, considerati i significativi investimenti effettuati sul fronte marketing.

Ricordiamo che  la Exor, la società che controlla il gruppo, ha partecipato al piano di rinforzo della Juventus attraverso la richiesta di un aumento di capitale da parte dello azionisti.

Perciò,  qual è la causa?

Si tratta certamente di fattori multipli: tra i principali responsabili di questa passività a bilancio, ingaggi e mercato sotto le aspettative nonché i mancati proventi causati dalla pandemia da  Covid 19.

Andrea Agnelli – con lo staff dirigenziale –  dovrà al più presto cercare nuovi fondi per correggere la cifra, escludendo la fattibilità di un altro aumento di capitale: eventualità che il Consiglio di Amministrazione potrebbe non approvare.

Una nuova ipotesi riguarderebbe l’inserimento di nuovi soci muniti di  capitali freschi.

Peraltro la Juventus è in fase di rinnovamento:  Andrea Pirlo esige il meglio e il meglio  costa, senza considerare che al momento di cessioni ufficiali non se parla nemmeno lontanamente.

Pirlo
Official FB Juventus

Tutti i nomi in uscita sono prestiti, o – nel caso di Matuidi – partenze gratuite.

Se non si provvede al più presto il passivo è destinato a salire e la credibilità del Consiglio di amministrazione Juventus sarebbe seriamente a rischio.

D’altronde anche l’Avvocato Gianni  dovette rivolgersi  al Generale Gheddafi nel 1976, con la cessione del 10 per cento di azioni ottenendo 415 milioni di dollari per le medesime motivazioni.

Cosa peraltro mai ammessa da parte del gruppo torinese.

Vedremo perciò come evolverà la situazione  – a dire il vero preoccupante –  e quale sarà la strategia per uscirne fuori, poiché le decisioni del consiglio di amministrazione Exor potrebbero riservare delle sorprese.

Cinzia Fresia