Il Genoa ha 13 punti in meno dell’anno scorso, quasi un mese a digiuno di vittorie e la sconfitta nel derby è stata fatale per Juric

L’esonero di Juric era una sentenza che aspettava soltanto di essere pronunciata.
Dalle stelle alle stalle il tecnico croato lo scorso anno dopo aver per metà stagione ottenuto ottimi risultati che lasciavano preludere bene; le vittorie su Fiorentina, Milan, Juventus, il pareggio contro il Napoli, hanno portato auspici e ottimismo rivelatisi poi vani. 9 punti nelle prime tre partite, 23 nel girone d’andata, tre vittorie nelle prime tre partite, la metà di quelle ottenute in tutta la prima parte di stagione: 6 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte.
I 4 ko consecutivi nel finale del girone d’andata sono state profetiche di un girone di ritorno in flessione di risultati: 3 vittorie, 4 pareggi, 12 sconfitte e una Serie B alle calcagna fino alla fine. 36 i punti totali e 64 gol subiti, numeri  tutt’altro che entusiasmanti.

Con l’avvio della nuova stagione si sperava in un’inversione di marcia ma il primo pari con il Sassuolo e le tre consecutive sconfitte contro Juventus, Udinese e Lazio non sono andate nella stessa direzione delle aspettative, al contrario, hanno hanno allarmato e parecchio.
Dopo il pari in casa con il Chievo altri due ko con Inter e Bologna ma la vittoria contro il Cagliari, il pari al Meazza contro il Milan e il gol di vantaggio al 4’ minuto sono stati annichiliti dall’autorete di Zukanovic che ha suggellato la fine di ogni bagliore di speranza. La trasferta a Ferrara finita 1-0 per i padroni di casa è stata una ripartenza non innescata e il derby della lanterna un riscatto non avvenuto. Proprio quest’ultimo, ultimatum per la panca di Juric, giocato con più cuore che gambe, allo stremo e all’ultimo respiro, è stata la battaglia finale per il croato che ha lasciato il campo da sconfitto e praticamente esonerato.
L’andamento tutt’altro positivo, 6 punti in classifica, terzo ko consecutivo, sconfitto ed esonerato da una gestione fallimentare di cui è stato inevitabilmente complice, parzialmente colpevole, carnefice e vittima, colpito, inerme, innocente per altri versi ma battuto.
Chiavi di lettura, punti di vista, numeri, tesi di supporto. Ognuno a suo modo.
La piazza rossoblù non la pensa all’unanimità. Posizioni differenti, radicali, moderati, contrapposti, i social distribuiscono le colpe ma, qualora ce ne fosse uno e soltanto uno, chi è davvero il colpevole? Certo è che un rinnovamento si era reso necessario e la panchina è, forse, il punto dal quale ripartire talvolta a torto, talvolta a ragione; i dadi sono tratti e una nuovo capitolo sta per essere scritto.
Egle Patanè