Il panorama internazionale calcistico ha visto emergere nell’ultimo mese due ragazzi entrambi diciannovenni, entrambi attaccanti, ma dai destini – fino a ora – assai differenti.

Sono  João Felix,  del Benfica e Moise Kean,  della Juventus.

 

IL PORTOGHESE

Joao Felix
Ultimo uomo

João Felix, nato nel novembre 1999: a vederlo sembrerebbe un quindicenne spaurito, allampanato e mingherlino, tanto che ci si chiede se sia in grado di stare in campo per tutti i 90′ della partita. Motivo per cui al Porto, mentre il ragazzino cresce nel vivaio, non esitano a scartarlo per mancanza del physique du rôleInsomma, come può fare il perno d’attacco?

Ma al Benfica poco importa della sua struttura fisica: in lui c’è così tanto talento che l’allenatore della squadra B gli ridisegna intorno la squadra al suo servizio, cambiando modulo solo per lui. Per contro, Felix decide le partite e fa  praticamente tutto ciò che vuole.

Quell’allenatore, oggi, di certo non si stupisce se nello scorso turno di Europa League il giovanissimo portoghese  – con una tripletta e un assistha incantato mezzo continente. Dal trequartista all’ala, non c’è nulla che non gli riesca: ma alla fine è talmente incredulo che si copre il viso con le mani, quasi non ci crede.

Un paio di mesi fa aveva segnato contro il Porto esultando alla Mbappé, con le  braccia incrociate e lo sguardo impunito di chi certamente sa che in quel di Oporto si stanno mangiando le mani per averlo lasciato andare via.  A 16 anni e 312 giorni è diventato l’esordiente più giovane della seconda squadra del Benfica. A 17 era già nell’Under 21 portoghese e inoltre è  il più giovane marcatore  nel derby contro lo Sporting, entrando tra l’altro dalla panchina.

Intorno a lui i migliori club europei, Juventus compresa che sicuramente ha già allertato Mendes: eh sì, il giovanetto ha lo stesso procuratore di CR7, con il quale – nemmeno a dirlo – João pagherebbe di tasca sua per giocarci insieme.

L’ITALIANO

Kean Juve
Getty

Moise Kean, nato nel febbraio 2000: esuberante, dimostra almeno 3 anni in più di quelli certificati dalla sua carta d’identità. Forte al punto che ha dovuto giocare sempre una categoria avanti, perché i suoi coetanei risultano assai più piccoli. La Juventus lo chiama in prima squadra nel 2016 e il 16 novembre l’attaccante piemontese di origini ivoriane debutta in Serie A alla tenera età di 16 anni e 9 mesi, contro il Pescara, tra le lacrime di suo fratello incredulo.

Da allora non fa che macinare record su record, debuttando in Champions – soltanto tre giorni dopo, il primo dell’anno 2000 -; anche con la Nazionale, Moise va a rete con la maglia azzurra in tutte le categorie fino a arrivare a quella Maggiore. Convocato da Mancini, esordisce lo scorso novembre e le ultime qualificazioni europee lo vedono protagonista e ammaliatore assoluto.

Nelle ultime partite in bianconero – Kean ha trovato spazio alla Juve solo in questa fase finale della stagione – è andato a segno 4 volte consecutive, ma mai è riuscito a disputare tutti i 90′. Non sono mancati, in gesti e parole, chiari segnali di un carattere non comune per i suoi 19 anni. Malgrado lo strepitoso momento di forma del ragazzo, Allegri continua a considerarlo la “riserva di Mandzukic”.

Kean Juve
getty

I loro cammini – così simili nel modo in cui hanno sorpreso il mondo del calcio – potrebbero sovrapporsi anche ai prossimi turni di  Champions e Europa League. Perchè, com’è intuibile, Bruno Lage difficilmente farà a meno della sua giovanissima stella nella partita di giovedì.

Non possiamo dire lo stesso di Moise Kean al momento: ma l’annuncio da parte di Massimiliano Allegri dell’assenza del croato crea una grossa chance per il ragazzo piemontese.

Ne sarebbe ben contento Mino Raiola, procuratore di Kean, che di recente non era stato soddisfatto della gestione del suo assistito e non le aveva certo mandate a dire.

Fa pensare tuttavia la completa diversità di approccio delle due squadre nel modo di amministrare le risorse dei loro baby campioni, con un mister  – Allegri – che ritiene addirittura pericoloso concedere la titolarità a Moise Kean. Dal suo canto, invece, il portoghese non si fa alcun problema a sottolineare tutti i risvolti della sua popolarità, persino il suo rapporto con le donne.

Dubitiamo di cuore che  verrà fatto accomodare in panchina per le sue dichiarazioni, tra l’altro alquanto naïves e frutto della sua giovinezza.

Gli impegni europei si avvicinano, stasera la Juventus scende in campo contro l’Ajax; magari ci sbaglieremo, ma  questi due ragazzi – accomunati da tantissimo talento e separati all’ anagrafe solo da tre mesi – si appresteranno a due gare durante le  quali  si spera che entrambi – anche se una sola volta – potranno essere veramente … Felix.

Daniela Russo