Jeremy Doku il gioiellino belga degno erede di Hazard

Perfetto successore di Mané secondo il Liverpool e, per molti in Belgio, l’erede di Hazard in Nazionale: a Jeremy Doku, a soli 19 anni, gli estimatori non mancano di certo.

Classe 2002, nato ad Anversa, ala sinistra rapida, con un’abilità nel dribbling pari a quella dei migliori al mondo e, da anni, con gli occhi delle big dei top cinque campionati europei puntati addosso.

Talmente promettente che ha stregato uno degli allenatori che più sa vedere potenziale nei giovani: Jürgen Klopp.

All’epoca Jeremy Doku aveva solo 16 anni, prodotto del vivaio dell’Anderlecht e su di lui c’erano già tutte le big inglesi e olandesi.

Dopo una visita al campo d’allenamento del Liverpool, il club, avendo visto le sue qualità ha fatto qualsiasi cosa pur di averlo nel proprio settore giovanile. Ed erano riusciti a convincerlo, la sua scelta erano i Reds. Almeno fino a quando l’Anderlecht – che di perdere un talento di quel calibro ad un prezzo irrisorio non ne aveva la minima intenzione – non decise di utilizzare una strategia particolare: mostrargli un video messaggio di un grande ex del club che lo spronava a terminare le giovanili e la sua formazione in Belgio, oltre che a firmare il suo primo contratto da professionista proprio con l’Anderlecht.

E per blasone, importanza e caratura…

Chi meglio dell’allora attaccante del Manchester United, Romelu Lukaku?

Una mossa anticonvenzionale, ma che funziona. Se Jeremy prima era certo di trasferirsi a Liverpool, dopo quel video cambia immediatamente idea.

E il club lo “ripagò” regalandogli un meritatissimo esordio in prima squadra a soli 16 anni e 182 giorni.

Due anni e mezzo dopo sarà il Rennes (sua attuale squadra) a presentare ben 26 milioni per il diciannovenne belga. E, questa volta, il grande salto non fu rifiutato.

E se è pur vero che la stagione del club francese non è stata poi così entusiasmante, il gioiellino classe 2002 è riuscito comunque a farsi notare e a ritagliarsi spazio in un attacco decisamente competitivo.

Le vere soddisfazioni, però, arrivano in Nazionale: debutto a 18 anni e, in soli 365 minuti giocati, ben due assist e due gol realizzati.

In Belgio molti lo paragonano ad Hazard.

L’ex tecnico dell’Anderlecht, Hein Van haezebrouck, addirittura dichiarò “In termini di potenziale potrebbe anche superare Hazard, ma ha bisogno di tanto allenamento per giungere a certi livelli. Hazard ha undici anni più di lui, serve pazienza”, e a ancora “Raramente ho visto un giocatore così esplosivo nei primi metri, così abile nell’accelerare rapidamente e cambiare direzione mantenendo sempre un prefetto controllo del corpo e della palla”.

Doku oggi è ancora giovane, a tratti inesperto, con delle normalissime lacune tecniche senza ombra di dubbio il lavoro da fare è appena iniziato.

Ma una cosa è certa: a soli 19 anni non è da tutti essere paragonati alle colonne portanti del calcio europeo, ricevere attestati di stima da un allenatore come Jürgen Klopp, scomodare Romelu Lukaku solo per dirti cosa sia meglio per la tua carriera o far sperare ad un’intera nazione che l’erede di un mostro sacro come Hazard possa essere proprio tu.

E se tutto ciò accade significa che i presupposti ci sono e sono ben concreti e definiti. Non resta allora che al giovane Jeremy Doku ripagare la fiducia che tanti hanno riposto in lui.

Il modo migliore per iniziare a farlo? Già dall’Europeo.

E anche se ritagliarsi a questa età uno spazio in un parco attaccanti come quello belga non è un’impresa facile, un giocatore con così tanti estimatori e su cui ricadono così tante aspettative può, ma soprattutto deve, aspirare a riuscirci.

 

Lidia Ludovisi