Non è tutto oro quel che luccica perchè, se è vero che il calcio italiano ha vissuto con entusiasmo l’approdo di Cristiano Ronaldo è altrettanto vero che molti club italiani faticano a sopravvivere.
Non bisogna andare nemmeno troppo in basso (nelle serie minori) per scorgere la drammaticità del sistema tricolore: la cadetteria italiana ha visto numerosi club sul lastrico ma più si scende di categoria più il calcio italiano è fatto di sopravvivenza. E così, non nascondiamocelo, c’è chi pur di non rinunciare al proprio sogno ha lasciato il calcio italiano per immergersi in esperienze estere.
La lista di calciatori che hanno lasciato il Bel Paese è lunga. Sono tanti, anzi tantissimi i calciatori italiani che giocano all’estero, addirittura se ne contano ben 1837 tra prime squadre e settori giovanili. Ci sono anche molti giovani -sfortunati- di una Serie A che, da emblema del Paese, fatica a dare spazio e fiducia a chi deve ancora maturare esperienza.

Con questa rubrica conosciamo i vari italiani all’estero

Thomas Veronese ha 31 anni ed è un terzino sinistro che, dopo una vita sui campi italiani, per lo più di periferia, ha scelto di cercare fortuna all’estero.

Nato a Mestre, la sua carriera ha avuto inizio sui campi del Veneto e, dopo un lungo girovagare tra serie C e D, nell’estate del 2017 decide di cambiare vita e partire alla volta di Malta.

Viene acquistato dal Mosta, club di Premier League maltese e, in una sola stagione ha rubato la scena tanto da essere stato il protagonista dell’ultima sessione di calciomercato, conteso tra Gzira e Balzan – due corazzate del campionato –.

Alla fine l’hanno spuntata i “Maroon”, nonostante Tommy interessasse anche ad alcuni club di Serie C italiani.

Avevi l’occasione di tornare in Italia, cosa ti ha spinto a restare a Malta?
Si, avevo l’occasione di tornare ma purtroppo in Italia il calcio sta morendo: a 20-21 anni sei vecchio per certe categorie mentre in altre è difficile trovare spazio. Ammetto che, alla fine ho deciso di restare qui anche per la visibilità che offre il calcio maltese: io, per esempio, quest’anno ho avuto l’opportunità di giocare quattro partite nei preliminari di Europa League.

Quali sono le maggiori differenze tra il calcio italiano e quello maltese?
Sicuramente il calcio maltese è più fisico rispetto a quello italiano e, duole dirlo, ma c’è molta più meritocrazia.

Cosa ti sta insegnando questa esperienza?
E’ la prima volta che gioco all’estero. Arrivato ho trovato qualche difficoltà di ambientamento. Mi sta insegnando a sopperire a delle mancanze che credevo di non avere: mio figlio, la famiglia, gli amici…

E’ stata un’estate turbolenta per il calcio italiano e soprattutto per le serie minori. Tu hai numerose esperienze: cosa si dovrebbe fare per evitare i vari fallimenti societari?
In Italia, purtroppo, c’è sempre più gente che pensa al business più che alla passione. Il calcio italiano sta finendo e il livello si è abbassato come testimonia la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale.

Cosa ti manca maggiormente dell’Italia?
La cosa che mi manca di più è non avere mio figlio vicino (e non è semplice).

Ti sei mai pentito della scelta fatta?
Nonostante le difficoltà, la lontananza dagli affetti, non mi sono mai pentito della scelta fatta.

Torneresti a giocare in Italia solo se… ?
Tornerei, certo, ma dovrebbero cambiare un bel po’ di cose…

Che squadra tifi e che stagione ti aspetti?
Tifo Milan, anche se negli ultimi anni sta facendo disperare i tifosi.
Ammetto di non la seguire moltissimo la Serie A … da tifoso mi aspetto che faccia una stagione all’altezza del nome che porta.

 

Caterina Autiero