Dall’ultimo derby della Mole sono trascorsi sei mesi, ma tante cose sono mutate: fu una festa granata, attesa vent’anni, con i bianconeri lanciati in campionato (14 punti di vantaggio sulla seconda a sei giornate dalla fine) e in “viaggio” verso Berlino.

Un derby anomalo quello che andrà in scena oggi allo Stadium. La Juve è in piena crisi, di risultati e di umore; il Toro dopo un inizio dirompente è da un po’ di partite che non raccoglie i 3 punti, nonostante questo, in classifica, strano ma vero, è avanti ai tanto “odiati” bianconeri. Le “torinesi” non stanno benissimo: i bianconeri dodicesimi e reduci dalla sconfitta di Sassuolo; i granata vengono da tre ko di fila in trasferta e dal pareggio con il Genoa. Tanto basta per rendere la sfida incandescente e importante anche più delle stracittadine del passato: i bianconeri devono uscire dalla crisi; i granata rilanciarsi e, perchè, no, mantenere il distacco.

Entrambe le tifoserie rivendicano l’appartenenza e il “dominio” della città. Uno dei derby italiani che nasconde in sé una rivalità profonda che solo un “sabaudo” può davvero comprendere e sentire. Per avvicinarci a questa gara tanto attesa Gol di Tacco ha intervistato due conduttrici e colleghe molto conosciute sotto la Mole (per l’una e per l’altra fazione).

Paola Strocchio, giornalista conosciutissima dai tifosi del Torino in quanto conduttrice di “Toro Amore Mio” e Giancarla Tenivella, giornalista e conduttrice di “Cuori Bianconeri” ci aiutano a “vivere” e comprendere questo tanto atteso e singolare derby della Mole.

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Sapresti spiegare a chi non è di Torino cosa rappresenta il derby della Mole?

PAOLA: Premetto che parlo da tifosa e non da giornalista: Davide contro Golia. Il piccolo, ma non il frustrato, contro il potente.

GIANCARLA: Nella storia il derby ha rappresentato due modi diversi di intendere il calcio e, se vogliamo, anche la vita. La sponda granata ha rappresentato la classe operaia e meno abbiente, quella bianconera il ceto medio alto, la borghesia tanto per intenderci. Negli anni del fenomeno migratorio tanti trovarono lavoro nella Fiat e così si sono avvicinati al tifo bianconero arricchendolo di cultura sportiva più popolare e meno elitaria. Prima di questa trasformazione socio-politica da una parte c’era il potere industriale della famiglia Agnelli dall’altra la classe operaia (soprattutto delle vicine province piemontesi). Due anime diverse della medesima città e del Piemonte addirittura. Tifare Toro voleva dire anche anticonformismo; gli juventini erano gli “aristocratici”.

Torino è bianconera o granata? Perché?

PAOLA: Torino è granata, proprio come il titolo di un libro che ho pubblicato qualche anno fa insieme con la Bradipolibri. Non saprei dire perché. E’ granata e basta. In generale i “veri” torinesi – preciso che si tratta di una posizione assolutamente non salviniana – sono del Toro.

GIANCARLA: Questo è il vero grande enigma che accompagna da sempre il derby. Per me, da addetta ai lavori, è entrambe. Stando ai numeri, prima della seconda guerra mondiale, Torino era granata; con il boom economico legato ala Fiat i numeri dicono che è bianconera.

Il derby più bello della storia, quello che ricordi con più emozione?

PAOLA: L’ultimo, ma non per la nostra vittoria. Perché quel giorno è sceso in campo anche mio figlio, per mano a El Kaddouri. Non dimenticherò mai la sua emozione (e la mia naturalmente).

GIANCARLA: Ne ho visti davvero tanti, difficile indicarne solo uno.

Se ti dico Filadelpia a cosa pensi?

PAOLA: Penso a quando, “qualche” anno fa, uscivo da scuola, al liceo, e fuggivo a vedere gli allenamenti del Toro. Penso a Sordo, a Lentini, a Bresciani, a Policano. Penso alle foto scattate con loro quando ero una quindicenne innamorata del Toro. Un po’ come adesso, insomma, anagrafe a parte.

GIANCARLA: Un luogo che ha visto tanti campioni compiere prodezze incredibili. Un pezzo di storia che nessuno potrà mai riscrivere. Il Grande Torino resterà per sempre nel cuore di chi ama il calcio e i suoi valori.

Se ti dico Juventus Stadium a cosa pensi?

PAOLA:  Non ci sono mai entrata, e non ho nessuna intenzione di metterci nemmeno un piede dentro.

GIANCARLAPrimo stadio di proprietà. La Juventus in Italia è arrivata prima su tutte nella realizzazione di un impianto proprio e a regalare ai tifosi la struttura ideale nella quale realizzare grandi imprese. Un modello da imitare e invidiato da molti.

L’ultimo derby purtroppo viene ricordato per episodi ben lontani dal calcio e dal tifo. Te la senti di dire qualcosa, di invitare alla sportività, al fair play?

PAOLA: L’ultimo derby mi ha regalato emozioni contrastanti. Come ho raccontato poco fa, in quell’occasione mio figlio è sceso in campo per il saluto della squadra, prima del fischio iniziale. Tifoso del Toro fino alle budella, ha indossato la maglia dell’altra squadra di Torino. Meravigliosamente sportivo, mio figlio aveva compreso quanto fosse importante la lealtà, il rispetto per l’avversario, anche in un derby caldissimo. Mio figlio l’ha compreso. Altri purtroppo no.

GIANCARLA: Invito tutti a vivere insieme il derby all’insegna della sportività e del divertimento. Non permettiamo che qualche testa calda rovini quello che è un evento sportivo speciale per tutti gli amanti del calcio. Lo sport deve essere condivisione di valori e divertimento.

Entrambe le squadre non arrivano da un bel periodo e serve fare il risultato. E’ un derby anomalo (Toro avanti alla Juve) dove tutto può accadere: 3 punti importanti più per la classifica o per portare a casa il derby?

PAOLA: Quelli dell’altra squadra di Torino solitamente sostengono che questa sia una partita come le altre. Credo che quest’anno, anche per una situazione in classifica “particolare” non sia così. Temo che anche loro scenderanno in campo con il coltello tra i denti. Per me resta una partita diversa dalle altre. I tre punti vanno al di là della classifica.

GIANCARLA: Più importante smuovere la classifica: vincere per la  classifica.

Quest’anno, quale credi sia il pregio, il punto forte e quale il punto debole dell’avversario?

PAOLA: Se ti riferisci al derby di questa sera credo che il punto forte degli avversari potrebbe essere l’arbitro Rocchi. Designazione arbitrale a parte, la squadra non sta vivendo un buon momento, e questo potrebbe trasformarsi nella loro arma più potente.

GIANCARLA: Il Toro anche se non arriva da un periodo felicissimo è una squadra compatta e grintosa. Vivono il derby con uno spirito diverso e questo li rende pericolosi. La difesa ha dimostrato alcune incertezza. L’arma in più per loro potrebbe essere Baselli e credo che anche Quagliarella abbia grandi motivazioni.

Se dovessi scegliere tra vincere il derby o piazzamento europeo?

PAOLA: Scegliere il derby equivarrebbe a dare troppa importanza all’altra squadra, da un certo punto di vista. E allora scelgo un piazzamento europeo per il Toro e la seconda squadra di Torino fuori dall’Europa.

GIANCARLA: Piazzamento europeo

 Come finisce?

PAOLA: Io ci credo, come sempre. Vinciamo noi.

GIANCARLA: Difficile il pronostico. Dico Juve perchè i giocatori scenderanno in campo con tanta voglia di riscatto e ce la metteranno tutta per rialzare la testa dopo il rovinoso ko nel turno infrasettimanale. Sarà un derby all’insegna dell’orgoglio.

Caterina Autiero