Un anno fa di questi tempi, l’Inter navigava in acque sconosciute e ostili, imbattutasi in una tempesta inaspettata e dirompente. Sarà forse ora di salpare verso acque meno inquiete, oltre che inquietanti. Trecentosessanta-cinque giorni dopo, potremmo definirlo l’anno del turnover. La lunga transizione dell’Inter, sottovalutata dai più, enfatizzata da molti, comincia dal cambio di proprietà passato quasi in sordina, un altrettanto improvviso cambio di testimone diventato carambola, De Boer al posto Mancini, Pioli al posto di De Boer. Acquisti importanti, una rosa potenzialmente ben attrezzata ma (in un periodo di sottovalutata precarietà e  instabilità) rivelatasi una bella meteora. Bella a tratti, ma pur sempre meteora. Le vittorie contro Juve, Fiorentina, Lazio, il pareggio dal sapore di vittoria al derby ma anche le sconfitte contro Cagliari, Sampdoria, Atalanta, Napoli. Il tracollo con e di De Boer, la ripresa di Pioli e ancora belle vittorie ma tante, troppe sconfitte. Discontinua, irregolare, irrequieta non innesca nessuna vera miccia vincente: fuori dalle coppe e settima in campionato. L’Inter, però, è un po’ quel nipote adolescente, in una condizione in cui pigrizia, svogliatezza, strafottenza, discontinuità miste a ribellione, pretese e tanta mania di protagonismo. È l’era dei social, dei tifosi onnipresenti nella vita dei calciatori. Dalle vacanza a Dubai di Icardi al beach-volley di Perisic, i matrimoni, le gravidanze, figli e mogli; gli scivoloni non mancano e neanche le polemiche. Zio Paperone può accontentare tifosi, giocatori, allenatori e dirigenti sportivi a patto, però, che ognuno faccia bene e sul serio. I soldi ci sono e il FFP fa meno paura ma, spendere e spandere serve se fatto in modo oculato. Era l’anno delle prove diventato l’anno del turnover ma ora è tempo di premere restart. Il mercato nerazzurro è cominciato partendo da Sabatini coordinatore dell’area tecnica approdato all’inter all’indomani dell’esonero di Stefano Pioli.

Dopo la conclusione di campionato con Stefano Vecchi sulla panchina, traghettatore di fiducia, la dirigenza pensa all’allenatore, il numero uno da cui gettare le basi e ripartire. È Luciano Spalletti l’acquisto numero uno dell’Inter, un allenatore che conosce bene il campionato italiano con le idee chiare. Il mercato iniziato in sordina e finora proceduto a gradi sta esplodendo negli ultimi giorni. Sempre più scatenato Suning Group che punta ad un calcio stellare così da poterlo importare anche in Cina.

Suning vuole la trasmissione dei campionati europei in Cina

Egle Patané