Inter, solo la Champions salverebbe questa stagione

Scudetto sfumato e stagione al di sotto delle attese: l'Inter si gioca tutto nella finale di Champions contro il PSG

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Di tutte le strade percorse in questi quattro anni da Simone Inzaghi alla guida dell’Inter, quella di questa stagione è stata forse la più tortuosa. Un percorso segnato da ambizioni elevate, una rosa profonda e di grande qualità, ma anche da scelte, priorità e inciampi che hanno portato i nerazzurri a chiudere il campionato senza il tricolore sul petto. E ora, a pochi giorni dalla finale di Champions League contro il PSG, resta solo una certezza: tutto è in bilico. L’Inter può trasformare una stagione amara in un’annata storica o scivolare nell’ombra di un bilancio senza trofei.

Dopo un campionato dominato in cui la squadra di Inzaghi ha raggiunto uno storico traguardo, portando a casa la seconda stella, e quindi il ventesimo scudetto della storia nerazzurra, dall’Inter ci si aspettava un’altra annata ai massimi livelli, almeno in campionato e nei tornei nazionali. E invece così non è stato. La finale di Supercoppa  Italiana persa in rimonta contro il Milan, l’eliminazione in semifinale di Coppa Italia sempre per mano dei rivali rossoneri e infine lo scudetto perso all’ultima giornata hanno raccontato un’altra storia. 

In campionato i troppi passaggi a vuoto, spesso in concomitanza con le notti europee, hanno minato il cammino nerazzurro. Dall’1-1 con il Monza a settembre al 2-2 col Parma ad aprile, passando per i pesanti ko contro Bologna e Roma, l’Inter ha perso punti fondamentali contro avversarie alla portata. E anche negli scontri diretti, dove si costruiscono i titoli, la squadra ha faticato: ha battuto solo l’Atalanta tra le prime quattro, troppo poco per una squadra che punta alla vetta.

Il pareggio interno contro la Lazio nella penultima di campionato, con una settimana di riposo alle spalle, è stato lo specchio di una squadra che ha lasciato andare il tricolore nel momento cruciale. Il -13 rispetto alla classifica dello scorso anno evidenzia un’involuzione netta in Serie A, nonostante il valore della rosa, oggi probabilmente il più competitivo del campionato.

E così, come spesso accade nel calcio, tutto si decide in 90 minuti. O forse più. La finale di Monaco di Baviera contro il PSG è l’ultimo treno per non chiudere la stagione senza trofei. Un obiettivo che, se centrato, riscriverebbe la narrazione di questo anno. Perché la Champions, con tutto il suo fascino e il suo peso, basta da sola a trasformare un’annata deludente in un ricordo leggendario.

Inzaghi lo sa e ha puntato molto, forse tutto, sulla Coppa dalle grandi orecchie. Il turnover scientifico, gli esperimenti tattici e le rotazioni hanno avuto come obiettivo prioritario quello di arrivare in fondo all’Europa. E l’Inter, che in questi anni ha spesso brillato più fuori confine che in patria, si è confermata squadra da grandi notti.

Ma non è senza rischi questa scelta. Perché nel calcio italiano, la fame di successi resta alta, e il fallimento in campionato – considerato l’organico a disposizione – pesa. 

Inzaghi e il futuro: dubbi, offerte e una finale da decisiva

Intanto intorno a Simone Inzaghi si sta addensando un futuro incerto. Il tecnico ha ancora due anni di contratto con l’Inter, ma l’offerta faraonica dell’Al-Hilal (30 milioni a stagione) e l’ombra di Max Allegri, pronto a subentrare in caso di addio, agitano l’ambiente. Inzaghi è legato al progetto nerazzurro, ma chiede garanzie: sulla rosa, sul mercato e su una programmazione coerente con le ambizioni europee.

Perché, al netto delle critiche, Inzaghi ha portato l’Inter a giocarsi la seconda finale di Champions in due anni. Un risultato che nessuno avrebbe previsto nel 2021, all’inizio del suo ciclo, dopo le cessioni di Lukaku e Hakimi e un ridimensionamento economico evidente. In quattro stagioni, ha conquistato uno scudetto, due finali europee e vinto trofei nazionali.

Se l’Inter batterà il PSG e alzerà la Champions, ogni rimpianto per il campionato svanirà nella gloria europea. Sarebbe il coronamento di un ciclo che, pur senza la continuità di successi in Serie A, ha riportato il club tra le grandi d’Europa. In caso contrario, la stagione 2024/25 rischierebbe di essere ricordata come una delle più amare dell’era recente.

E allora, tutto si decide sabato. A Monaco, tra le mani di Lautaro e compagni, non c’è solo una coppa, ma anche il giudizio finale su una stagione vissuta sempre al limite, tra sogno e disillusione.

Martina Giuliano

*immagine in evidenza dai canali ufficiali del club